«L’Italia
è un Paese… In balia di una fame atavica!».
“Gola
e altri pezzi brevi” unisce
uno dei più originali interpreti del panorama
contemporaneo, uno tra i più validi autori
e una raffinata jazz band: Mattia Torre, Valerio Aprea
e la Daunia Orchestra. Il sodalizio dà vita
a una rappresentazione ironica, cruda, esilarante
e, a tratti, sarcastica. “Gola e altri pezzi
brevi” è lo spaccato di un Paese perennemente
in balìa di una fame atavica che si perpetua
dalla fine dell’ultima guerra mondiale, conflitto
che ha coinvolto altri Paesi, oltre l’Italia,
ma che a nessuno ha fatto venire così tanta
fame.
L’Italia ironicamente
raccontata da Aprea, è quella dei raggiri,
in preda alla menzogna gratuita, votata all’inganno
e all’insaziabile e provinciale ricerca dello
“chic” a tutti i costi. Quell’Italietta
che tanto ben descriveva Remo Remotti nel monologo
“Me ne andavo da Roma”. Questa maniera
furba, anzi furbetta, appassiona e fa scoppiare in
risate fragorose il pubblico, che si ricorda di essere
appassionato d’arte ma che poi, all’ora
di pranzo, scatta sull’attenti di fronte a un
piatto di pasta al forno! L’attore romano con
questo reading racconta uno spaccato quotidiano e
lo fa con uno stile unico, riconoscibilissimo e oramai
consolidato e amato dal pubblico.
I
tre monologhi scelti per questa pièce fanno
parte della raccolta “In
mezzo al mare” di Mattia Torre,
pubblicata nel 2012. Il sodalizio artistico firmato
Aprea e Torre è ormai rodato: dal primo monologo
portato in scena nel 2003 (“In mezzo al mare”),
alle varie esperienze televisive (da “Buttafuori”,
2006, a “Parla con me”, 2007, alle indimenticabili
tre stagioni di “Boris” cui ha fatto seguito
il film, 2007-2011). L’inverno scorso Aprea
è stato protagonista, insieme a Valerio Mastrandrea,
di “Qui e ora”, sempre per la regia di
Torre, spettacolo in replica nel 2014 in tutta Italia.
Azzeccato l’abbinamento musicale scelto dalla
Daunia Orchestra che ha all’attivo festival
e rassegne. Nata su iniziativa di Umberto Sangiovanni,
pianista e compositore pugliese di matrice jazz, l’Orchestra
ha pubblicato quattro dischi e segue un progetto per
una rivisitazione dei brani di cantastorie contadini
e folk. Il quarto cd (“Di fame, di denaro, di
passioni”) è stato finalista al Premio
Tenco 2012, ed è una rilettura in chiave jazz
dei brani di Matteo Salvatore, cantastorie pugliese.
[giovanna
gentile]