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Autore:
Luigi Pirandello |
Progetto
e drammaturgia: Egisto Marcucci |
Regia:
Elisabetta
Courir |
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Scene:
Graziano Gregori |
Costumi:
Carla Teti |
Luci:
Luigi Ascione |
Musica:
Matteo D’Amico, Guido Ruggeri |
Produzione:
Teatro Stabile di Calabria |
Compagnia:
Gitiesse Artisti Riuniti |
Interpreti:
Geppy Gleijeses, Marianella Bargigli, Leandro Amato, Massimo
Cimaglia, Antonio Ferrante, Franco Ravera, Ferruccio Ferrante,
Giorgia Morese, Francesco Pupa, Francesco Sgrò |
Anno
di produzione:
2008 |
Genere:
dramma |
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Il
teatro Stabile di Calabria presenta un classico del
teatro pirandelliano: Il giuoco
delle parti. Lo spettacolo ha debuttato martedì
10 novembre al teatro Quirino di Roma. Testo scritto
da Pirandello nel 1918 per un grande attore, Ruggero
Ruggeri, è tratto da una novella (come molti
lavori teatrali del maestro), intitolata “Quando
si è capito il giuoco”.
La storia propone il tipico triangolo marito moglie
e amante, che circa dieci anni più tardi sarà
rivoluzionato con “O di uno o di nessuno”,
(tratto anch’esso da una novella), dove il marito
e l’amante saranno sostituiti da due amici scapoli
(Tito e Carlino) e la moglie da una prostituta (Melina),
che sacrificherà la vita per salvare l’amicizia
dei due e il futuro del proprio figlio.
Qui siamo nel 1918 e il testo fa già scalpore:
mettere in piazza le distorsioni e i vizi tipici della
società alto borghese dell’epoca. Leone
Gala, (il marito), ha deciso di vivere la sua vita
senza lasciarsi sedurre dalle passioni, compreso l’amore
per la moglie Silia, alla quale concede di avere un
amante Guido Venanzi, che convive, come facesse parte
della famiglia, con la coppia. L’equilibrio
sembra miracolosamente stabilito, ma nulla è
come appare. Leone si spinge oltre, dando consigli
all’imbarazzato amante... Famoso rimane il monologo
del guscio d’uovo vuoto, capolavoro dell’arte
drammaturgica pirandelliana.
Le apparenze e le convenzioni sono mantenute fino
all’accidente capitato a Silia che la offende
nella reputazione di donna sposata, costringendo il
consorte a battersi in duello. Quest’ultimo
accetta ma in extremis cede il posto all’amante
che lo aveva accompagnato come padrino. A questo punto
i destini di marito e amante si fondono, si scambiano,
e alla fine si separano. Il gioco non è più
un gioco, ora si tratta della vita stessa che per
l’uno continua ma per l’altro finisce:
Guido morirà in duello, fuori dallo schema,
dal giuoco “giuocato” fino a quel momento.
L’edizione è curata da Egisto Marcucci
ed Elisabetta Courir, in modo elegante ed essenziale.
Accattivanti e belle le scenografie del maestro Graziano
Gregori che continua a dar prova della sua originalità
e professionalità. Interessante la versione
moderna ed estremamente spietata del Leone di Geppy
Gleijeses più simile ad un ricercatore che
sperimenta sulle sue cavie - Guido e Silia - i nuovi
rimedi della scienza, che al bonario e filosofico
Leone pirandelliano, affiancato da un affiatata compagnia.
[annalisa picconi]
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