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Autore:
Garinei
e Giovannini con Massimo Franciosa e Luigi Magni |
Regia:
Saverio Marconi |
Coreografie:
Fabrizio Angelini |
Scene:
Gabriele Moreschi |
Costumi:
Zaira
De Vincentiis |
Musica:
Renato Rascel |
Luci:
Valerio Tiberi |
Produzione:
La
Compagnia della Rancia, ATI Il Sistina |
Interpreti:
Chiara
Noschese, Christian Ginepro, Elia Bonin, Roberto Colombo,
Chiara Costanzi, Eugenio Dura, Giuseppe Galizia, Fabio
Monti, Stefania Pacifico, Anna Maria Schiattarella |
Anno
di produzione:
2008 |
Genere:
commedia musicale |
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“L’amore
non è bello se non è litigarello”,
recitava un vecchio adagio. Lo sanno bene Lorenzo
e Maria i due bizzarri protagonisti dello spettacolo-omaggio
a Garinei e Giovannini che ha debuttato al Teatro
Sistina lo scorso 15 aprile.
Questa esilarante commedia musicale debuttò
il 20 ottobre 1964 avvalendosi della bravura di Renato
Rascel e Delia Scala. La versione diretta da Saverio
Marconi non perde però la magia del passato
e, se possibile, dona alla storia un alone di malinconica
dolcezza, che sempre accompagna i viaggi a ritroso
nel tempo.
Garinei e Giovannini ne Il giorno
della Tartaruga sintetizzano il sogno, il mito
degli anni Sessanta mischiandolo alla vita quotidiana
di una coppia borghese di quel periodo che vive con
la mentalità dell’epoca. Tra un litigio
e l’altro, ripercorriamo la storia d’amore
dei due protagonisti, interpretati da Chiara Noschese
e Christian Ginepro. Nella memoria, che si confonde
sempre col presente, Lorenzo e Maria raccontano pezzi
di vita, ricordi di persone, sensazioni, discorsi,
emozioni. E dietro a tutto un denominatore comune:
il loro amore.
Assieme alla coppia litigiosa poi c’è
lei, la tartaruga che dà il titolo allo spettacolo
e a cui sono dedicate l’apertura e la chiusura:
una metafora del modello di vita coniugale dei giovani
sposi, chiusi nel guscio della propria casa proprio
come il simpatico animaletto.
Ottima la prova attoriale dei protagonisti. Memorabile
la Noschese nella parte della zia pugliese, della
cugina di Milano ma soprattutto di Elica, la mamma
romagnola sovrappéso che, con la sua Osteria,
è un autentico spettacolo nello spettacolo.
Di rilievo la performance di Ginepro, bravissimo nella
parte dell'amico del cuore scavezzacollo e soprattutto
del frate marchigiano che vende le suppellettili del
convento.
A dividere palco e applausi, otto comprimari che ballano
e cantano, creando siparietti leggeri e in puro stile
G&G. Tali sono inoltre le scenografie rotanti
di Gabriele Moreschi, che evocano ambienti sempre
nuovi e funzionali al racconto. Magica la pioggia
che accompagna uno dei ricordi che affiorano nella
memoria della coppia: molto teatrale, ma sempre emozionante,
perfetta.
Un omaggio – il primo dalla morte di Pietro
Garinei quasi due anni fa – agli “unici”
della commedia musicale italiana che ha il sapore
del sogno.
[patrizia
vitrugno]
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