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Autore:
Anton
Checov |
Traduzione: |
Regia:
Reza
Keradman |
Scene:
Francesco Ghisu |
Costumi:
Seti
Minovi |
Luci:
Davood Kheradmand |
Musica:
Gabriele Rendina |
Produzione:
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Interpreti:
Alessandra Raichi, Azzurra Antonacci,
Giselle Martino, Massimiliano Cutrera, Jerry Mastrodomenico,
Daniel Terranegra, Tony Allotta, Francesca Tomassoni,
Alessandro Gruttadauria,
Valentina Morini, Dunjaša, Reza Keradman, Constantin
Jopeck |
Anno
di produzione: 2010 |
Genere:
drammatico |
In
scena:
fino al 5 dicembre al teatro SalaUno
di Roma | P.zza di Porta S. Giovanni, 10 |
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"Il
giardino dei ciliegi": evocato, descritto
nei minimi particolari ma mai mostrato apertamente
è il nodo narrativo, il McGuffin per dirla
alla Hitchcock, che l'autore Anton Checov utilizza,
per raccontare uno straordinario e variegato campionario
umano, specchio dell'allora decadente società
monarchica russa.
Aristocratici sull'orlo del fallimento e della pazzia;
villani ripuliti che hanno fatto fortuna; nobili dall'aspetto
trasandato ma con una dignità tutta loro; una
giostra di sentimenti tra corteggiatori e corteggiate.
Questi gli ingredienti di una tragedia vestita con
i panni della commedia. “Il
giardino dei ciliegi - racconta la regista
Reza Keradman - è una delle opere più
importanti e consistenti dell’intera produzione
cechoviana. Le intenzioni sono chiarissime. Il maestro
voleva mettere in scena una commedia leggera nello
stile del miglior “théâtre du Vaudeville”.
Infatti nella scrittura del titolo originale in lingua
russa, lo stesso Cechov cambiando solo un accento
ottenne come nelle sue reali intenzioni un’altro
titolo “Una bella vita in apparenza” anche
se poi continuerà ad essere conosciuto col
titolo attuale. Ho cercato di mettere in scena una
commedia semplice e leggera, col caratteristico stile
del “théâtre du Vaudeville”
considerando la particolarità dell’animo
russo, sensibile, romantico, affettuoso e amabilmente
ingenuo, rispettando la volontà di Cechov,
che non intendeva, appunto, speculare sulla tragedia
umana ed ambientale”.
Il risultato è una messa in scena sobria, con
diverse idee originali e ben realizzate grazie anche
allo scenario naturale che offre la particolare struttura
del Teatro SalaUno di Roma, dove lo spettacolo rimarrà
in scena fino al 5 dicembre. Nel ruolo della protagonista,
la proprietaria terriera Ljubov’ Andreevna Ranevskaja,
spicca Alessandra Raichi, capace di ipnotizzare il
pubblico con un'interpretazione ricca di sfumature;
versatile Constantin Jopeck nel ruolo di Jaša,
giovane cameriere e saltimbanco a cui sono affidate
i siparietti musicali dal vivo dello spettacolo; misurato
Jerry Mastrodomenico capace di donare al suo Ermolaj
Alekseevic Lopachin spessore attraverso un misto di
arroganza e sensibilità; leggero Toni Allotta
con il suo Boris Borisovic Simeonov-Pišcik, proprietario
terriero sempre in cerca di prestiti e denari. Complessivamente
uno spettacolo riuscito, capace di riproporre un classico
così come lo aveva pensato il suo creatore.
[fabio
melandri]
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