Claude
(Valeria Valeri) e Margot (Milena Vukotic) sono due signore
mature in fuga che s’incontrano di notte sull’autostrada.
La prima, più anziana, scappa dalla noia di una casa
di riposo dove l’ha messa il figlio (a nulla serve il
nome accattivante “Il Gladiolo” per questa Villa
Arzilla francese); la seconda si allontana dagli obblighi familiari
e dal diciottesimo compleanno della figlia.
“Le
Fuggitive” diretto da Nicasio Anzelmo
mette in scena due diversi modi di essere donna: quello leggero
e scanzonato di Claude che, non a caso, ha con sé solo
una borsetta perché vive nel presente; quello faticoso
e pieno di doveri di Margot, che si porta valige pesanti ed
ha lo sguardo perenne al passato. Margot parla, compiace chi
incontra; Claude osserva, sorride e ricorda con leggerezza
tutti i suoi amanti, “i paesini” da esplorare
grazie alla solidità del marito “ponte”,
necessario all’esplorazione di altri mondi. Quale donna
non vorrebbe essere Claude? Vivere godendo il momento e lasciandosi
alla spalle tutti quei carichi, anche familiari, che le impediscono
di vivere?
È stimolante il
contrasto che si crea tra le due figure femminili e le attrici,
Valeri e Vukotic, ma i continui cambi di scena, seppur funzionali,
fanno perdere il ritmo alla storia e alle interpreti. Ci vorrebbe
più tensione, perché la rappresentazione sia
coerente con il “frizzante” messaggio del testo.
Se una donna vuole essere libera e rispettare se stessa, oggi,
deve abbandonare i condizionamenti sociali, ritrovarsi, amarsi
e cercarsi magari una compagna di viaggio con cui condividere
follia e spensieratezza. Siamo tutte d’accordo, ma con
più brio, please, altrimenti sono meglio le pantofole.
[deborah ferrucci]