La
figura di Frida Kahlo, donna passionale e vera, che
con grazia ha saputo amare la sua dolorosa vita è
la protagonista delloo spettacolo “Frida
Kahlo – Il ritratto di una donna”
di Alessandro Prete. Il testo vanta ben tre autori
uomini, che scelgono di utilizzare la pittura di Frida
come mezzo per aprire lo spazio alla narrazione di
differenti storie femminili. Sullo sfondo di alcuni
dei suoi quadri più celebri, s’innestano
situazioni diverse e attuali: il conflitto madre-figlia,
il potere dell’uomo sulla donna, il tradimento,
la violenza, l’omicidio, l’amore lesbico
e il suicidio. L’idea è buona: tramite
la pittura si mostra l’interesse della donna-artista
per la denuncia di situazioni limite e insieme l’incoraggiamento
passionale alle donne di tutto il mondo.
La
rappresentazione è però didascalica,
in perenne ricerca di un impatto emotivo (quasi fossimo
in tv) e manca di qualità sia nella recitazione,
carente di variazioni, che nei tempi. Risulta persino
difficile ritrovare l’intento, dichiarato dal
regista, di fare uno spettacolo «divertente
e comprensibile a tutti» e di «non rendere
il teatro una forma artistica elitaria». Persino
la valida l’idea di lavorare sul palcoscenico
unendo forme d’arte diverse - il ballo in particolare
-, è resa con i tradizionali “stacchetti”,
propri dei balletti del piccolo schermo. Peccato perché
quando uno spettacolo dispone di molte risorse, come
in questo caso, l’aspettativa di poter godere
della magia e delle suggestioni evocative del teatro
è quanto di meglio ci si potrebbe augurare.
Deludente.
[giovanna gentile]