Autore
Priscilla Giuliacci
Regia
Priscilla Giuliacci
Scene
Costumi
Luci
Coreografie
Musica
 

«A me interessa la vita, di Frida Kahlo», commenta una spettatrice alla fine dello spettacolo. E in effetti è una grossa responsabilità decidere di fare uno spettacolo teatrale di un personaggio carismatico e popolare come è la pittrice messicana. Scegliere la forma del monologo è ancora più complesso (se ne vedono tanti a teatro, sicuramente forme drammaturgiche più gestibili da piccole compagnie), perché richiede un testo scritto in modo accurato e un’interpretazione intensa da parte degli attori: elementi necessari per compensare l’assenza della relazione sulla scena. Forse è anche specchio dei tempi, della difficoltà delle persone a confrontarsi e della gran voglia di parlarsi addosso.

Della vita di Frida Kahlo si sa tanto, tutto, la sua vita stessa era teatrale. Compagna del fedifrago Diego Rivera, che la tradirà anche con la sorella, un grave incidente che segnerà il suo corpo per sempre, il dolore che diventa arte nei suoi quadri. Cosa aggiungere, cosa scoprire di nuovo?

Maria Grazia Adamo mostra venerazione per l’artista che interpreta, ma non è Frida, la racconta come se raccontasse una favola, non la vive da dentro, ma dal di fuori, mostra il ghigno o autocompiacimento, ma non sente. Il finale è sfumato, la trama inciampa, scene e costumi sono semplici e belli. Forse andrebbero rimescolate le carte: Frida Kahlo da sola non basta. [deborah ferrucci]

Interpreti
Maria Grazia Adamo
Produzione
In scena
in tournè
Anno
2014
Genere
monologo