«Corpo di
donna, bianche colline, cosce bianche, assomigli al
mondo nel tuo gesto di abbandono. Il mio corpo di
rude contadino ti scava e fa scaturire il figlio dal
fondo della terra». Questi versi, nati dalla
penna di Pablo Neruda, sembrano scritti apposta per
Frida Kalo, pittrice messicana e icona dell’arte
del Novecento. Una donna che ha fatto della sua vita
il manifesto della passione per l’arte, per
il suo uomo, per la fede politica; «un diavolo
di donna», come amava definirla il padre. Una
donna che dalla vita aveva avuto due disgrazie: l’incidente
in tram, che le causò la frattura della spina
dorsale e la costrinse a una vita di sofferenze e
il marito Diego Rivera, con il quale visse due matrimoni
fatti di una passione impetuosa, piena di contrasti
e tradimenti. Tra le due fu questa, a detta di Frida,
la disgrazia più grande.
Sulle note di
un’esotica musica messicana la “Frida
K.” di Enrica Rosso irrompe
cantando, raggiante e vera. Al centro dello spazio
scenico, seduta su una sedia girevole sulla quale
rimane per tutta l’ora di rappresentazione,
Frida seduce e ammalia con il suo sguardo brillante
e magnetico, trasmettendo una passione travolgente
per la vita. Racconta di Diego, lo invoca, lo implora
affinché vada da lei. Diego Rivera: amato,
odiato, contrastato, tradito, alla cui ombra la Frida
pittrice fu costretta a vivere fino alla metà
degli anni Ottanta, quando il Neomexicanismo la elesse
a maggior esponente. Nonostante tutto Frida continua
a nutrire per lui una passione irrefrenabile, la stessa
che le fa vivere una vita ricca di arte, di amore
per il comunismo, per Trotsky, per le donne.
L’interpretazione
di Enrica Rosso è superba: una prova di maestria
interpretativa in un panorama attoriale italiano femminile
che raramente offre performance di questa qualità.
Meravigliosa la trasformazione che la Rosso compie,
in pochi secondi davanti agli occhi dello spettatore,
da Frida a narratrice e poi nuovamente a Frida. Il
merito va ripartito con l’autrice Valeria Moretti,
che dona a Frida un testo gioioso, crudo e passionale.
Da non perdere. «Ero solita pensare di essere
la persona più strana del mondo ma poi ho pensato,
ci sono così tante persone nel mondo, ci deve
essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra
e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io».
Frida K.
[giovanna gentile]