Pensarci,
rifletterci per giorni e cercare uno spunto geniale
per descrivere l'altrettanto geniale spettacolo “La
fila (Line)”, scritto da Israel Horovitz,
nella versione a cura di Walter Le Moli, proposto
dalla compagnia Teatro Due di Parma. E rendersi conto
di non riuscire a trovare l'attacco adatto, l'angolazione
migliore per far comprendere al lettore, probabile
spettatore, perché non può lasciarsi
scappare l'occasione di vedere questo spettacolo.
Se
analizzato a freddo, da uno sguardo non partecipe,
c'è ben poco da dire. In scena ci sono cinque
attori, per gran parte dello spettacolo in fila indiana,
ben vestiti e composti (fino ad un certo punto). La
scena è tutta qui. Anzi no. C'è un elemento
fondamentale, imprescindibile, perché la pièce
esista: una linea. Una striscia bianca a terra che
delimita lo spazio di movimento degli attori e le
loro motivazioni. “Via dalla linea, via dalla
vita”. Frase inconcepibile se estrapolata dal
contesto, ma pregna di senso se inserita nella vicenda.
Il fine per chi segue la linea è essere PRIMO.
Per cosa? Poco importa. Basta esserlo. Uno dopo l'altro
i protagonisti si troveranno immischiati in una gara
insensata ma travolgente. Per riuscire a 'svettare'
sono lecite violenze verbali e fisiche, soprusi, insulti,
ironia, paradossi, sesso e sgambetti.
Samuel
Beckett e il suo teatro dell'assurdo impermeano l'aria.
Ma Horovitz vi aggiunge un passaggio in più.
Toglie l'incomunicabilità e la crisi di identità,
presenti nelle relazioni fra gli esseri umani beckettiani,
e vi aggiunge la vita. “La
fila (Line)” è più reale.
Dopo un iniziale sbigottimento, si entra totalmente
nel mondo di Fleming (Sergio Filippa, colui che dà
inizio alla fila), Dolan (un impeccabile Alessandro
Averone), Molly (l'inaspettata e pungente Paola De
Crescenzo), del giovane e scriteriato mozartiano Stephen
(la rivelazione Luca Nucera) e di Arnall (Massimiliano
Sbarsi, l'emblema dell'inettitudine repressa), il
marito di Molly. E andarsene è un peccato.
La magia de "La Linea" risiede in due fattori:
testo e attori. E visto che alla base del teatro ci
sono questi due elementi, “La Fila” È
il teatro.
[valentina venturi]