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Autore:
Roberto Biondi, Fabio Canino, Paolo Lanfredini |
Adattamento:
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Regia:
Roberto
Biondi, Fabio Canino, Paolo Lanfredini |
Scene:
Helena Calvarese |
Costumi:
Frankie Morello |
Coreografie:
Antonio Scarafino
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Luci:
Luca Barbati |
Produzione:
The Aries World Artist Organization, Paolo Lanfredini |
Interpreti:
Fabio
Canino, Diego Longobardi, Sandro
Stefanini, Giovanni Di Lonardo, Manuele Labate |
Anno
di produzione:
2001 |
Genere:
commedia musicale |
In
scena:
fino al 3 Maggio 2009, Teatro
Della Cometa, Via del Teatro Marcello, 4 –
Roma - tel. 06. 6784380
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Luca
(Fabio Canino) è un fan talmente scatenato
di Raffaella Carrà, da celebrare ogni 18 giugno
il compleanno del suo mito in una vera e propria festa
con tanto di torta, invitati, canti e balli. Gli anni?
Sono un dettaglio, perché come ama ripetere:
“Le Kessler sono vecchie, Raffa è eterna!”.
Per la “gay-a” serata Luca invita da sempre
i suoi migliori amici: Renato (Diego Longobardi) e
Ivano (Sandro Stefanini). Il primo è un esuberante
infermiere, il secondo un aspirante scrittore. Sopraggiunge
un terzo ospite, Giuseppe (Giovanni Di Lonardo), dalla
tendenza sessuale ancora incerta, non definita, -
"E' tanto confuso che non sa se grattarsi l'orologio
o caricarsi il culo" - bisessuale, che durante
il gioco della verità con la “statuina-idolo”
di Raffa, mette a nudo inclinazioni e segreti. Ma
proprio sul più bello ecco arrivare Massimo
(Manuele Labate), bel poliziotto, eterosessuale “al
150%”. Come finirà? Sarà il pubblico
ogni sera a decidere il finale di Fiesta,
commedia colorata in pure stile Pedro Almodovar, che
torna a Roma dopo 7 anni al Teatro La Cometa fino
al 3 Maggio.
Dialoghi serrati, battute a ripetizione, citazioni
come se piovesse in un tourbillon di canzoni, balletti,
piume di struzzo, paillettes, luci e santini. Il testo
viene continuamente aggiornato in base all’attualità
politica e sociale: non si risparmiano battute sul
Ministro Mara Carfagna, sul tedesco di bianco vestito
con la scarpe Rosso Prada, su Povia e le sue canzonette.
Ma anche gli stereotipi sul mondo gay e sulle tendenze
bisessuali degli uomini vengono canzonati, ribaltati
e fatti oggetto di pubblico scherno e divertimento.
Con leggerezza senza volgarismi.
Gli attori divertono e mostrano di godersela un mondo
sul palcoscenico, coinvolgendo il pubblico che, tra
risate ed applausi convinti, accompagnano lo spettacolo.
La storia è un puro pretesto per dare il via
ad una carrellata di battute e gag; un avanspettacolo/cabaret
capace di fermarsi al punto giusto, prima che l’effetto
zuccheroso della confezione provochi, una prevedibile
reazione di rigetto.
[fabio melandri]
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spettacolo |
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