|
Autore:
Luigi Pirandello
|
Adattamento:
Mandracchia, Reale, Toffolatti, Torres
collaborazione alla drammaturgia Andrea Camilleri |
Regia:
Mandracchia,
Reale, Toffolatti, Torres |
Scene:
Claudia Calvaresi
|
Costumi:
Claudia Calvaresi |
Musica:
Sandro Nidi
|
Luci:
Iuraj Saleri |
Compagnia:
Mitipretese |
Produzione:
Teatro di Roma, Mercadante Teatro Stabile di Napoli, Associazione
Culturale Artisti Riuniti |
Interpreti:
Fabio Cocifoglia, Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Diego
Ribon, Sandra Toffolatti, Mariàngeles Torres (dal
26 .10.09 Anna Gualdo sostituisce Alvia Reale) |
Anno
di produzione:
2009 |
Genere:
dramma |
In
scena:
fino al 1 novembre Teatro
India, Roma; 11-22 novembre, Teatro Mercadante,
Napoli |
|
|
Al
teatro India a Roma, ha debuttato in prima nazionale
Festa di famiglia, coprodotto
da Mitinmprese, Teatro Mercadante di Napoli e Teatro
di Roma in collaborazione con Artisti Riuniti Associati.
La drammaturgia e la regia sono a cura di un quartetto
di brillanti attrici, già protagoniste nel
2008 di Roma ore 11.
La tematica scelta è quella della violenza
consumata in ambito familiare, già trattata
da grandi scrittori come Luigi Pirandello, fino alla
contemporanea Dacia Maraini. Il sapiente assemblaggio
dei testi pirandelliani è elaborato dalle interpreti
e da Andrea Camilleri. Il lavoro che ne scaturisce
è “singolare”, come lo stesso Camilleri
afferma in una delle interviste rilasciate, originale
e interessante. La povera Mommina non si ribella al
marito violento, per il quale nutre compassione, perché
ne comprende la disperazione. E così vittima
e carnefice si fondono, diventano le due facce di
un unico personaggio, un'“erma bifronte”
che piange e ride, che subisce e colpisce, indissolubilmente
legati ad un comune destino.
Le stesse autrici ribadiscono nelle note di regia:
“La sfida che ci proponiamo è quella
di riuscire a raccontarne anche il lato tragicomico,
di riuscire a vedere ciò che di grottesco e
ridicolo si cela dietro le umane miserie. Siamo partite
da Pirandello, un autore che conosce a fondo la nostra
realtà. Abbiamo isolato le scene che ci sembravano
centrate sul nostro tema, abbiamo scambiato le battute
tra i personaggi, abbiamo cambiato genere ai personaggi,
abbiamo creato un nuovo personaggio da due, tre altri
personaggi già esistenti”. Il risultato
ottenuto è soddisfacente: quando il dolore
sta per giungere al limite della sopportazione, ecco
la capriola, l’amara ironia, il pianto che si
trasforma in riso, perché è l’unica
strada per sopravvivere a tanta meschinità,
che si consuma proprio nel luogo che dovrebbe rappresentare
la protezione: il “nido” (ovvero la famiglia)
come direbbe Giovanni Pascoli. Gli intenditori riconoscono
“Questa sera si recita a soggetto”, tratto
da una delle tante “Novelle per un anno”,
“Trovarsi”, ed altri interessanti spunti
del nostro premio Nobel, ma accattivanti sono anche
i cori a cappella intonati su famose opere verdiane,
dal Trovatore al Rigoletto, e le romanze stesse cantate
a voce nuda, ironicamente inserite in modo dissacratorio.
Parole chiave sono le maglie che uniscono una scena
all’altra, un personaggio all’altro e
il tempo dello spettatore vola verso l’inaspettato
finale. Bravi e di consumata esperienza gli interpreti,
tutti, da ricordare per l’impatto emotivo, travolgente
e incisiva, la scena iniziale interpretata da Manuela
Mandracchia e Fabio Cocifoglia.
[annalisa
picconi]
|
|
|
|
|
|
|
|