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Autore:
Riccardo della Pietra |
Adattamento:
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Regia:
Riccardo della Pietra |
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Scene:
Ferdinando Ammore |
Costumi:
Ferdinando Ammore |
Musica:
Rocco Cucovaz
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Luci:
Ferdinando Ammore |
Compagnia:
Il cane pezzato |
Produzione:
ArteStudio |
Interpreti:
Marco
Barsotti, Alba Bartoli, Tommaso Cristofori, Soline Daccache,
Camilla Dell’Angola, Riccardo Della Pietra, Roberto
Marinelli, Romana Merilin Hazovic, Abou Tourè,
Artiom Popescu, Rita Khawand, Laura Sampedro, Maria Sandrelli,
Ali Soudi, Ursula Wolkmann, Fatiha Zerrar, Apo Zuveric |
Anno
di produzione:
2009 |
Genere:
dramma |
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“Perché
io sono la prima e l’ultima
Sono la puttana e la santa
La madre e la figla
L’adorata e la disprezzata
Io sono la sposa e lo sposo
L’acqua che disseta e il diluvio
Quella nuda e quella velata
Quella secca e quella umida
Sono la madre di mio padre
Io sono quella caduta in disgrazia
E sono la regina di ogni cosa
Io sono l’inizio e la fine
La vergine e la giumenta in calore
Io sono il digiuno e la carne da mangiare
Sono la terra e il deserto
La cenere
E il fiore”
Una scena ingombra, piena di oggetti come tavoli,
sedie, bambole, collane, una macchina da scrivere,
bicchieri, brocche e molto altro. Tutto in funzione
dello spettacolo Femmina
ideato e diretto da Riccardo Della Pietra, che intende
descrivere un trasloco fisico, ma soprattutto metafisico.
Sul palcoscenico recitano venti attori di diverse
nazionalità (Russia, Kurdistan, Libano, Marocco,
Bosnia, Nigeria), che sussurrano, raccontano, cantano,
proclamano e vivono la storia di uno sfollamento dedicato
ad una giovane ragazza incinta che vende gasolio,
pane e canzoncine al porto di Beirut. Ordine e disordine
in un gioco di vicinanza debordano dalla vita alla
scena mentre attori e attrici, rifugiati, persone
con disturbi mentali o che vivono in zone di guerra,
rivelano la prova di un felice passaggio dall’escluso
all’incluso. Nascere e morire, rigenerarsi,
mischiarsi con consapevolezza. Il palcoscenico diventa
il luogo ideale per palesare lo spostamento, l’abbandono
di brandelli di vita per una rinascita simboleggiata
ovviamente dalla giovane incita; nel contempo vengono
recuperate frasi, battute, episodi delle opere shakespeariane
che si tramutano in momenti di vita quotidiana, perdendo
il loro distacco teatrale.
Per comprendere la messa in scena è necessario
seguire le parole del regista: “Dentro Femmina
è possibile scorgere la cronaca del nostro
tempo. Così la ragazza incinta confutando gli
esercizi brechtiani e i segni sul muro, fa benzina
al porto. E prima di mettersi in viaggio vende il
pane alla borsa nera e filastrocche imparate da Ofelia
finita in fondo al fiume. La performance è
un mosaico musicale che comincia dalle migrazioni
delle anguille riparate in un elegante packaging.
I personaggi sono la dea guida della strada, la ragazzina
che legge il volo delle cicogne e le maree, il filosofo,
il capocomico che balla Elvis Presley, quattro sorelle
nate tutte in fila, lo stupito, la stupita e la strega…”.
Un “teatro senza spettacolo, temporaneo e senza
vantaggio, senza messaggio e senza scontrino, senza
sfruttamento, un teatro politico”. [valentina
venturi]
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