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Autore:
Roberto Lerici |
Adattamento:
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Regia:
Carlo Emilio Lerici |
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Scene:
Giorgio Baldo |
Costumi:
Giorgio Baldo |
Musica:
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Luci:
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Produzione:
Trilly Produzioni |
Interpreti:
Riccardo Monitillo, Bruno Governale, Alberto Lo Porto,
Francesco Pompilio, Diego D'Elia, Ivan Moretti, Andrea
Panichi, Fabrizio Stefan, Giulia Trippetta, Danila Stalteri |
Anno
di produzione:
2009 |
Genere:
prosa |
In
scena:
fino al 31 Maggio 2009 al Teatro
Belli | Piazza Sant’Apollonia,11 Roma | Prezzi:
Interi 18 € - Ridotti 13 euro. Orari: Da martedì
al sabato alle h. 21,00 – domenica h. 17,30
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Dopo
il successo delle due precedenti edizioni, che hanno
visto la messa in scena de L’educazione
parlamentare e Risorgimento,
il teatro Belli dedica un nuovo spazio a Roberto Lerici,
autore scomparso nel 1992.
Un fatto di assassinio -
allestito un’unica volta al teatro Stabile di
Torino con la regia di Carlo Quartucci -, dopo quarant’anni
d’assenza è riproposto da un gruppo di
giovani attori diretti da Carlo Emilio Lerici.Sicilia,
omicidio di mafia. Protagonisti sono i giudici, le
autorità, i parenti, i testimoni, i sicari
e i mandanti: caratteri facilmente riconducibili ad
un episodio di cronaca contemporanea, peccato che
sia datato 1876...
L’uso sapiente del linguaggio prosastico e la
satira pungente arricchita dall’uso disinvolto
dei materiali storici scandiscono le scene di un’inchiesta
in cui sfilano personaggi grotteschi, espressione
di istituzioni giuridiche da una parte e della malavita
dall’atra. Critiche sottili e denunce sottintese
sfumano nel prevalente umorismo, in cui si alternano
personalità implicite e bizzarre, le cui mosse
e battute sono arricchite dall’impiego di un
linguaggio dialettale e da intermezzi musicali tipicamente
siciliani. La gravità dell’evento, che
implica l’intervento delle più alte cariche
giudiziarie, sembra preludere ad una composta serietà
immediatamente scalzata dal più coinvolgente
humour che riduce le autorità a caricature
di loro stesse, burattini privi di ogni moralità.
La separazione e insieme fusione tra platea e palco
derivano dalle indicazioni dello stesso Lerici, scritte
nelle note introduttive al testo: “In fase di
realizzazione si dovrà operare in modo che
sia molto netto lo stacco fra le scene e battute in
platea e quelle sul palcoscenico. Dovrà cioè
essere chiaramente avvertibile la condizione del linguaggio
che in platea riesce ad essere logico e anzi espressione
di coscienze avvertite e sensibili, e invece sul palcoscenico,
luogo dell'inchiesta ossia della vera azione teatrale,
questo stesso linguaggio si sfalda coinvolgendo tutti
in una sorta di analfabetismo morale. Le battute dette
in platea – prosegue l’autore - sono composte
da brani tratti da opere del giurista Sante Romano,
da Cutrera e dalla relazione del deputato Taiani del
1875”.
Un fatto di assassinio,
costruito su fonti storiche quindi veritiere, affronta
con giocoso e apparente disimpegno temi attuali, facendo
prendere coscienza di quanto passato ci sia nel presente,
suscitando e dissolvendo però tale incombenza
in continui sorrisi. [valentina
di santo]
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