Famosa


Anno
2011


Genere
monologo

In scena
fino al 14 ottobre
Teatro In Scatola | roma

Autore
Alessandra Mortelliti
Regia
Rocco Mortelliti
Luci
Giacomo Cannata
Musica
Paola Ghigo
Interpreti

Alessandra Mortelliti

Produzione
Ass. Cult. Monade
Ass. Cult. PerPetra

 

Finalista al concorso letterario “Per Voce sola 2010”, “Famosa” di Alessandra Mortelliti tenta la carta del monologo. Una scommessa vinta sul piano del linguaggio teatrale: c’è ritmo, i tempi sono giusti e l’interprete Mortelliti è tecnicamente preparata. Sul piano del contenuto, però, il messaggio non arriva.

La storia di un ragazzo transessuale, Rocco Fiorella, che sogna il riscatto sociale attraverso una carriera nel mondo dello spettacolo, non convince. Mancano le emozioni forti, frutto di un disagio vissuto. È difficile ridere degli strafalcioni linguistici di un transessuale di paese che, dopo aver “ballato da solo” davanti alla televisione, partecipa al programma televisivo di grido senza averne le competenze artistiche. Il mondo della televisione è apparentemente democratico, invita tutti a presentarsi all’audizione, persino Rocco, salvo poi trasmettere le immagini di quel provino tra i “Geni incompresi”, facendone un fenomeno da baraccone. Non si può ridere dei sogni di persone che di speranze ne hanno poche, vuoi per estrazione sociale, per mancanza di consapevolezza, o perché di un genere socialmente inaccettabile, il transessuale. Basta pensare al film “Bellissima” con Anna Magnani: si può ridere di un’ingenuità derisa?

La Mortelliti è brava, ma non convince nel ruolo del transessuale, soprattutto non coinvolge il pubblico a condividerne la sofferenza, che non può non esserci. Il monologo non è comico, non è drammatico, è riflessivo, di testa, nato per parlare di discriminazione di genere e che incidentalmente parla di discriminazione di opportunità di vita, la vera piaga della società italiana di oggi. [deborah ferrucci]