Fabbrica


Anno
2012

Genere
monologo

In scena
fino al 28 ottobre
Teatro Vittoria | Roma

Autore
Ascanio Celestini
Regia
Ascanio Celestini
Interpreti
Ascanio Celestini

 

A chiudere il trittico con cui Ascanio Celestini ha aperto la nuova stagione del Teatro Vittoria di Roma, c'è lo spettacolo “Fabbrica”.

Il monologo racconta la storia di un capoforno assunto in fabbrica alla fine della Prima guerra mondiale, quasi per sbaglio. Viene descritta con dovizia di particolari la vita dentro e fuori la fabbrica: la prima incentrata sulla fornace che alimentava lavoro e fabbrica stessa, la seconda intorno all'edicola della bellissima Assunta, faccia da Madonna, generosa con gli operai a cui si concedeva prima di sparire misteriosamente in un pozzo... O almeno così riferisce la leggenda narrata da grandi e piccini. Il capoforno racconta la storia della sua famiglia, del nome tramandato da nonno a padre fino al nipote, perché una volta che in una casa vi era un morto, una nuova nascita aveva il compito di conservare il ricordo del defunto. E via di seguito.

Pubblico e privato si miscelano senza soluzione di continuità, nel racconto nato da una lunga ricerca condotta dall'attore a partire dal 2000 frutto di testimonianza di ex operai, ma anche contadini e minatori di tutta Italia. Il risultato è un racconto epico, in cui dramma, avventura, melodramma, comicità sono tessere di un puzzle che si compone in scena davanti ai nostri occhi, o meglio alle nostre orecchie. Sì, perché l’autore/attore pone al centro della scena la parola, l'intercalare logorroico, il linguaggio capace di accelerate come di provvidenziali pause.

Eccellente narratore e instancabile affabulatore, il rischio continuo in cui incorre Celestini è di oscurare con la sua forte personalità i personaggi di cui va a raccontare le storie. Era un problema con il quale Vittorio Gassman, un nome non a caso, ha convissuto a lungo, sopratutto a teatro.

Palcoscenico nudo, una sedia al centro, sullo sfondo quello che potrebbe sembrare una piccionaia, e Lui. Prendete posto, mettetevi comodi e godetevi lo spettacolo. Assolutamente. [fabio melandri]