Il
testo folle e divertente del duo Dell/Sibleyras “Vive
Buochon” - sulla scena francese dal 2006 con enorme
successo - debutta in Italia per la regia di Àlida
Mancini al Teatro Belli.
Busciò è
un piccolo villaggio spopolato, sperduto, dimenticato
dal mondo, che sembra vivere in un’altra dimensione.
Per salvarlo dal degrado e dall’abbandono, il
Sindaco si avvale da anni in modo fraudolento delle
sovvenzioni europee, aiutato dalla fedele segretaria
e dal fratello. Tutto sembra andare per il meglio
fino all’inaspettato arrivo di un funzionario
inviato da Bruxelles. Per evitare la colossale multa
e la prigione, il Sindaco proclama l’Indipendenza
dei Buscioti e crea uno “Stato Busciò”.
Una satira eccentrica,
che ironizza in maniera talmente demenziale sull’attualità
da risultare a tratti inquietante. Eppure la resa
dell’adattamento italiano risente di un’ironia
tutta francese e forse proprio per questo la messa
in scena fatica a ricreare un’adeguata empatia
con il pubblico autoctono. Divertente ed originale
l’amalgama tra i quattro attori sul palcoscenico,
dove si gioca questa scoppiettante commedia dell’assurdo,
che dovrebbe però incalzare maggiormente nel
ritmo. La scenografia spartana manifesta una scelta
più indirizzata a fini pratici che estetici
assieme alle luci, che si limitano all’alternanza
tra buio e piazzato.
Uno
spettacolo curioso e con potenziale, che con tutta
probabilità crescerà nel corso delle
repliche. [benedetta
corà]