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Anno
2011
Genere
recital
In
scena
fino al 4 marzo
Teatro Olimpico | Roma
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Autore |
Giorgio
Gaber,
Sandro Luporini,
Pier Paolo Pasolini |
Adattamento/Traduzione |
Giorgio
Gallione |
Regia |
Giorgio
Gallione |
Luci |
Aldo
Mantovani |
Musica |
GNU Quartet |
Interpreti |
Claudio
Gioè,
Neri Marcoré |
Produzione |
Fondazione
Teatro dell’Archivolto in collaborazione con
Fondazione Giorgio Gaber |
Compagnia |
Teatro
dell’Archivolto |
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L’adattamento
e la regia di Giorgio Gallione in "Eretici
e corsari", ripercorrono in modo straordinariamente
unitario i testi salienti dei tre intellettuali che hanno evidenziato
il male e la cura della società italiana: Pierpaolo Pasolini,
Giorgio Gaber e Sandro Luporini, pittore e paroliere del cantante
milanese.
Comune è lo sdegno, la denuncia, per la mancanza di indignazione
da parte dei cittadini italiani. «Più che il fascismo
– ricorda l’invettiva pasoliniana – è
stato il consumismo ad annullare le coscienze».
Sviluppo e progresso, umanesimo e consumismo: concetti attuali,
eppure Pasolini ne parlava già negli «Scritti Corsari»
a metà degli anni ’70; Gaber nelle sue canzoni
sognava un’appartenenza che è «avere l’altro
dentro di sé» ed era il 1996. Cosa è accaduto
nel frattempo?
Rassegnazione. Il consumismo ha sedato gli animi, gli oggetti
controllano la vita degli uomini; si parla di cancro, malattia
fisica e morale, di stragi che non hanno colpevoli riconosciuti.
C’è un sogno di un mondo migliore, un grido di
dolore e denuncia dei mali italiani.
Intorno il silenzio, manca chi possa ascoltare e dare seguito
a quelle parole. Manca la società civile. Manca la voce
del cittadino medio italiano, manca il «grido in cerca
di bocche», non solo nei testi degli autori ma anche nello
spettacolo, nonostante il tentativo di spiegare le motivazioni
per cui molte persone votavano comunista: «Perché
Berlinguer era una brava persona», o perché «era
bello mangiare tutti insieme alle feste». L’utopia
della classe operaia è lontana. Viene in mente il "Saggio
storico sulla rivoluzione napoletana" del 1799 di Cuoco,
storico di fine ‘700, che evidenziava la distanza tra
classe intellettuale e popolare. Il senso di responsabilità
individuale sembra il grande assente, la paura il protagonista
assoluto.
Il pubblico applaude alla bravura dell’orchestra, di Neri
Marcoré-Gaber (la versione maschile di Paola Cortellesi:
sa fare tutto con garbo) e di Claudio Gioè- Pasolini
(ritmo teso e appassionato fino alla fine, un Pasolini appassionato
e graffiante).
"Eretici e corsari" parla alle coscienze, quelle non
sedate - suo pregio e limite - addolcito dalla grazia che necessita
uno spettacolo che voglia intrattenere il pubblico.
[deborah ferrucci]
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