Ghiaccio.
Nei bicchieri, nelle mani, tra le persone. Elly,
il testo scritto da Alessandro Fea e presentato in
anteprima assoluta al teatro Belli per l’apertura
della stagione teatrale, è totalmente immerso
in questa atmosfera algida.
La rappresentazione, un atto unico, si svolge dentro
una scenografia minimale che gioca interamente con
il contrasto bianco-nero, fino a includere i costumi
degli interpreti.
I quattro personaggi si dividono la scena ora lanciandosi
in monologhi, ora a due a due, ora in scene corali.
Il ghiaccio che fa da cornice allo sviluppo della
storia è una sorta di rappresentazione materiale
della durezza del rapporto tra Elly, la protagonista
- futura madre, con un passato di violenza familiare
sepolto nella memoria e il sogno di un amore che la
liberi dai suoi incubi - e Guido, il marito, quarantenne
in carriera, terrorizzato dall’idea della paternità
imminente, che non riesce a capire la moglie e vorrebbe
fuggire via, verso qualcosa che è in grado
di comprendere. Accanto a loro la zia di Guido, interpretata
da una assai credibile Paola Sebastiani, divenuta
quasi una madre anche per Elly, e l’amico e
collega di lui, che lo vuol convincere al trasferimento
a ogni costo. È pronto a tutto pur di riuscirci,
anche a minacciare Elly di rivelare il suo passato
nelle cliniche psichiatriche. Visivamente sono le
due facce della coscienza di Guido; quella buona la
zia, quella cattiva l’amico.
Chi si aspettasse, date le premesse, un testo fuori
dall’ordinario, deve ricredersi in fretta. Ciò
a cui assiste è una sorta di “Scene da
un matrimonio”: una giovane coppia vive le classiche
incomprensioni e difficoltà di comunicazione,
che la prospettiva di divenire genitori aggrava ulteriormente.
Lo spiega bene a Elly la zia quando le dice: “Il
vostro è un problema generazionale, avete paura
di amare. Siete molto soli, isolati”.
Ecco, questo amaro commento è ciò che
resta alla fine di tutto, alla fine delle parole,
dei gesti ripetitivi e alienanti, delle corse affannose,
metafora di una ricerca disperata di qualcosa cui
aggrapparsi. [marina
viola]