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Anno
2012
Genere
opera
In
scena
22-24 gennaio
Teatro De Satiri | Roma
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Autore |
Gaetano
Donizetti |
Adattamento/Traduzione |
Tito
Schipa Jr. |
Regia |
Tito
Schipa Jr. |
Interpreti |
Ornella
Pratesi, Susanne Bungaard, Paolo Branigade, Giuliano
Di Filippo, Cesidio Iacobone, Emanuele Casani, Massimo
di Stefano, Fabiola Trivella |
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È
inutile negarlo. Il profano di media cultura, sufficientemente
spocchioso da ritenere la televisione il cibo delle stalle,
i social network l’oppio del popolo, i telefonini nevrosi
di massa, l’happy hour ritualistica d’accatto, sogna
di distinguersi dalla tristezza dell’immaginario collettivo
diventando un appassionato di opera. Il problema è che
spesso non la capisce e rimane sopraffatto dagli allestimenti
fastosi, dalla partecipazione quasi religiosa dei melomani,
dai tempi morti, dalle trame tortuose, dal recitar cantando.
Quindi si intuisce il bello, ma non si arriva a coglierlo. Servirebbe
un esperto, qualcuno che guidi l'appassionato con leggerezza,
per poterlo far sprofondare nell’oblio lirico.
È ciò che Tito Schipa jr. propone col suo allestimento
essenziale e multimediale dell’opera di Donizetti “L’elisir
d’amore” (libretto di Felice Romani),
in scena al teatro Dei Satiri in Roma. Una breve ma efficace
introduzione, un computer collegato a un grande schermo dove
scorrono i bozzetti (disegnati da Luigi Stefano Cannelli) e
la descrizione delle scene (l’ambientazione nel barocco
del Salento fine settecento) . Il tutto fortemente legato dalle
parole del libretto. In scena i quattro cantanti, vestiti da
sera, interpretano l’opera alzandosi dalla sedia quando
è il loro turno, accompagnati al pianoforte. L’insieme,
che così descritto potrebbe sembrare freddo e didascalico,
è al contrario pieno di vita, armonioso, suggestivo e
divertente. Un vero incanto.
Nel finale al posto dei bis la sorpresa o, come volgarmente
si dice oggi, la chicca. Una registrazione del Nemorino di Tito
Schipa (a detta di tutti i critici uno dei migliori Nemorini
di sempre), interagisce in una scena dell’opera con i
cantanti sul palco. Un esperimento riuscito, a suo modo unico,
godibilissimo, intelligente.
Per questo, forse, il teatro era mezzo vuoto.
[paolo zagari]
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