Cosa
succede quando una zia anziana e molto ricca, ha come
eredi tre nipoti? Capita che i cari decidano che sia
arrivata l’ora di porre fine alle sue sofferenze.
Ma quando scoprono che la simpatica vecchietta lascerà
tutto ad uno solo, chi sarà mai il futuro nababbo?
I nipoti - Dazio, Teodoro e Cunegonda – fanno
di tutto per stringere pericolose alleanze e assicurarsi
almeno il 50% dell'eredità. È meno del
100% ma meglio dello 0%, non credete?
Zia Agata soffre
di diabete? Sottoponiamola ad una ferrea dieta a base
di zuccheri. Perché quelle iniezioni d’ossigeno
per endovena suggerite dall'amorevole nipote? E come
mai nella dispensa dei tre oltre allo zucchero e bicarbonato
sono in bella evidenza cianuro, arsenico e soprattutto
tanatossina?
Intorno alla figura
della cara zietta Agata, personaggio evocato, raccontato
e mai mostrato, gira questa giostra irrefrenabile
di eventi - conditi dalla reiterazione di gag come
il vaso di fiori o la maledizione sui ragazzi porta-pizza
-, a montare un caos organizzato che riempie il palcoscenico
del Teatro MilleLire di Roma di colori, musica e parole.
Sì perché “E'
morta Zia Agata” scritta e diretta
da Lorenzo De Feo, è una commedia in musica
condita da un umorismo grottesco e demenziale che
s’ispira ai Monty Phyton ed ha un senso della
messa in scena (musica, costumi ed interpretazioni)
che fa pensare al “The Rocky Horror Picture
Show”. In teoria... Nella pratica, fatto salvo
il coraggio di presentare uno spettacolo fuori dagli
schemi consuetudinari e l'entusiasmo degli interpreti,
lo spettacolo dà la sensazione di girare a
vuoto, generando confusione e poca sostanza. Come
se si stesse premendo l'acceleratore della macchina,
senza aver innescato la prima. Una commedia che gioca
con alcune invenzioni sceniche e linguistiche, puntando
a mantenere un ritmo assai sostenuto per generare
quel caos positivo di cui prima; ma che si appesantisce
per le numerose e reiterate divagazioni, parole e
facili gag che neppure la durata short dello spettacolo
(un’ora e quindici minuti) riescono a nascondere.
[fabio
melandri]