DUE PARTITE
Autore: Cristina Comencini
Regia: Cristina Comencini
Scene: Paola Comencini
Luci: Aldo Mantovani
Costumi: Antonella Berardi
Musiche: Paolo Silvestri
Produzione: Noctivagus srl
Interpreti: Margherita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi, Valeria Milillo
Anno di produzione: 2006 Genere: commedia
In scena: fino al 6 maggio, teatro Valle, Roma
Torna a Roma al teatro Valle lo spettacolo scritto e diretto da Cristina Comencini Due partite. “Rispetto a un anno fa il testo non è cambiato, ma abbiamo lavorato per precisare ulteriormente l’alternanza dei momenti comici a quelli di emozione. La sfida è proprio il cambio di registro: si passa in un attimo dalla risata alla commozione. Le donne sono fatte così, disperate e pronte alla risata”.
Al centro della scena un tavolo da gioco, quattro sedie e un divano. Le protagoniste della vicenda entrano con le luci accese in sala e rapiscono l’attenzione della platea. Ambientazione anni Sessanta. Quattro amiche (Margherita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi, Valeria Milillo), una di loro incinta, si riuniscono ogni giovedì. Mentre giocano a carte, nella stanza a fianco le figlie si fingono adulte. Unica professione concessa, quella materna. Tra una presa e l’altra, mettono a nudo la vita: amori, mariti, amanti, figli, maternità e frustrazioni. L’ironia di Margherita Buy fa da contraltare alla purezza di Isabella Ferrari. La Massironi è una finta ingenua e Valeria Milillo descrive l’amarezza di essere l’amante e di non sentirsi amata.
Il tempo teatrale viene scandito dalle doglie della partoriente.
Il secondo atto della partita prevede in scena le figlie: il sipario si apre sullo stesso salotto, ma da tempo coperto da lenzuoli che evitano l’accumularsi della polvere. Le madri di un tempo sono le figlie in carriera di oggi. È il funerale di una delle madri a creare l’espediente per l’incontro tra le figlie – interpretate dalle stesse attrici.
Siamo alla resa dei conti: il femminismo ha migliorato la vita per le donne? L’emancipazione, il lavoro, l’indipendenza economica hanno portato qualche giovamento? “L’idea – dichiara la regista – era di fare il punto sulla femminilità”.
La recitazione è più che gradevole in tutte le protagoniste, ognuna messa in risalto con vari monologhi. Piacevole scoperta la Ferrari fuori dal cliquet della femme fatale e Margherita Buy meno sconfitta del solito. [valentina venturi]
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