Atteso
debutto al Teatro Ghione e prima partecipata da note
personalità dello spettacolo per I
due ladroni, testo di Pietro De Silva, regia
dello stesso interprete Augusto Fornari, in scena
insieme a Massimiliano Giovannetti.
La storia, quasi surreale, ma in realtà possibile,
narra l’incontro di due uomini di cultura e
di estrazione sociale diversa, che in occasione della
Settimana Santa, partecipano nel ruolo dei due ladroni
crocifissi accanto a Gesù, alla processione
del paese indetta per il Venerdì Santo di passione.
I due, in una alquanto scomoda posizione, in attesa
che arrivino gli altri interpreti, Gesù compreso,
iniziano a conversare e a tratti a discutere sulle
loro vite, il diverso modo di concepire l’esistenza
e di vivere le esperienze. Ne nasce un dialogo quasi
filosofico che a tratti si scioglie in monologhi per
poi ri-confluire di nuovo nel dialogo.
Il vinaio conduce una vita semplice, ha una famiglia
ed è felice, nonostante l'infanzia, di estrazione
contadina, non gli abbia permesso di essere sempre
un bambino sereno. Il maestro elementare, apparentemente
più strutturato e sicuro, rivela invece tutta
la sua frustrazione ed insoddisfazione rispetto alle
aspettative avute da giovane: la delusione per il
fallimento del suo matrimonio e l’incapacità
di amare completamente la moglie Franca, alla quale
ripensa sempre con malinconia.
Tra battute di spirito e piccoli litigi, il tempo
passa, il sole tramonta e nessuno si fa vivo; probabilmente
si sono dimenticati di loro. Inizia a far freddo e
la storia prende una piega diversa, quasi drammatica,
per arrivare all’inaspettato finale. Bravi gli
interpreti, leggeri, intensi e comunicativi; interessante
il testo, improntato sul tema dell’attesa già
affrontato in passato da grandi drammaturghi, armoniosa
e innovativa la scenografia che non si risparmia “coup
de théâtre” originali.
Suggestive e coinvolgenti le luci. Applausi entusiasti
del pubblico al finale.
[annalisa picconi]