Dopo
la prova,
tratto dall’omonimo film per la televisone scritto
e diretto da Ingmar Bergman nel 1984, narra dei complicati
meccanismi che coinvolgono le vite di un regista e
due attrici.
Il direttore di scena Henrik sta lavorando alla messa
in scena del “Sogno” di Strindberg e dopo
la prova, rimane da solo a riflettere. Mentre è
immerso nelle sue considerazioni, entra l’attrice
giovane che interpreta la parte della figlia di Indra.
Nasce tra i due un dialogo che lentamente li porta
a scandagliare gli angoli più bui e disperati
delle loro vite. Si scoprirà più avanti
che la ragazza è la figlia di Rakel, l’ex
amante di Henrik, morta in una clinica per alcolisti.
I due ricordano insieme la bellezza e spregiudicatezza
della donna, ma anche la sua estrema fragilità.
Ad un certo punto il regista ricorda persino un episodio
particolare, proprio del periodo in cui Anna era una
bambina. Si ritorna al presente ed Anna confessa ad
Henrik di essere incinta di un giovane regista, ma
poi confessa di aver abortito, per poter proseguire
lo spettacolo. Si parla infine della solitudine, che
l’attrice cerca di esorcizzare con un bacio,
inatteso e mai sperato da Henrik. Il testo riassunte
molte delle tematiche bergmaniane, come la sua visione
del teatro che, per l’immediatezza e la complessità
che gli sono proprie, non ammette compromessi.
Lo spettacolo, proprio per la difficoltà e
l’intensità del testo e forse perché
ha come riferimento la versione televisiva, in alcune
parti è un po’ debole; si apprezzano
tuttavia le prove di Monica Samassa (brava e intensa
Rakel) e di Reza Keradman che, nonostante le difficoltà
dovute al fatto di cimentarsi in una lingua lontana
dalla sua, cerca di restituire verità al ruolo
del regista. Non del tutto convincente l’interpretazione
di Selene Rosiello nei panni di Anna. Le scenografie
essenziali si accordano bene con l’arco scenico
naturale del teatro Sala Uno; equilibrate le luci.
[annalisa
picconi]