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Anno
2011
Genere
drammatico
In
scena
fino al 5 febbraio
Sala Umberto, Roma
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Autore |
Roddy
Doyle |
Adattamento/Traduzione |
Giorgio
Gallione |
Regia |
Giorgio
Gallione |
Scene |
Guido
Fiorato |
Costumi |
Guido
Fiorato |
Luci |
Aldo
Mantovani |
Interpreti |
Marina
Massironi |
Produzione |
Teatro
dell'Archilvolto |
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Alla
notizia della morte del suo aguzzino, il marito Charlo, Paula
Spencer ripercorre la storia della sua vita di miseria e brutalità,
nella periferia più grigia di Dublino.
Era una ragazza senza scampo, già etichettata nel giudizio
maschile prima ancora di esser donna. Finché l'incontro
con Charlo, il bullo del quartiere, la fa sentire amata, riscattata,
protetta. In principio era l’amore. Poi un giorno una
lite, le prime botte e l’inizio di un incubo durato diciassette
anni. La nostra Paula si danna di aver risposto male, di aver
scatenato quella brutalità, poi capisce che quel pugno
era lì già pronto per lei e si rifugia sul fondo
di una bottiglia di gin, rendendosi schiava di nuovo. Così
Paula Spencer, moglie di Charlo, incatenata, in una casa sgangherata,
dal demone della dipendenza fisica e psicologica, inscena una
vita normale. Mette al mondo quattro bambini che le impediscono
la fuga, finge piccoli incidenti e spera, prima o poi, che qualche
medico, in una delle tante visite al pronto soccorso, le faccia
la domanda giusta. Per liberarsi, finalmente, di quello che
“era il mio piccolo segreto, e tutti quanti mi aiutavano
a mantenerlo”. Ma quando sembra che sia una donna vinta,
qualcosa accade...
Il tema attualissimo della violenza domestica ha trovato, nell’adattamento
del romanzo di Roddy Doyle operato dal regista Giorgio Gallone,
un’esecuzione di straordinario impatto. A concorrere al
successo della messa in scena, è la raffinata scelta
registica e musicale con brani della migliore musica made in
UK. Contribuisce anche la scenografia di Guido Fiorato: una
stanza ricoperta di erba verde, mobili in equilibrio precario,
una porta murata da mattoni, a sottolineare la prigionia autoindotta
dell’unica protagonista.
L’interpretazione di Marina Massironi è intensa
e coinvolge anche il numeroso pubblico maschile, segno che il
messaggio sa toccare le giuste corde. In un testo non facile,
in cui un dramma fortemente contemporaneo s’intreccia
a episodi commentati con ironia, la Massironi recita per due,
portando sul palco tutte le personalità di una donna
complessa e l’invisibile Charlo.
[elisa tomassi]
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