|
Autore:
William
Shakespeare |
Adattamento:
Nicasio Anzelmo |
Regia:
Nicasio Anzelmo |
Scene: |
Costumi:
Graziella Pera |
Musica:
Francesco de Luca, Alessandro Forti |
Luci:
|
Compagnia:
I Giovani del Teatro Ghione |
Interpreti:
Tony
Allotta, Marco Benvenuto, Cristina Borgogni, Alessandra
Fallucchi, Flaminia Feragotti, Federico Frignani, Selene
Gandini, Ciro Pipolo, Fabrizio Raggi, David Paryla,
Natale Russo, Mario Scerbo |
Anno
di produzione:
2009 |
Genere:
commedia |
In
scena:
fino all'8 marzo al Teatro
Ghione, Roma | via delle fornaci 37 |
|
|
Quando
William Shakespeare scrisse la commedia
La dodicesima notte creò nell’intreccio
una gerarchia dei personaggi diversa da quella nell’adattamento
di Nicasio Anzelmo, che ne cura anche la regia.
Il cuore pulsante di questo adattamento, presentato
al Teatro Ghigne, risiede tutto nella figura di Sir
Tobia e, con lui, dei cattivi della storia. Sembra
quasi di percepire la mano di due diversi registi
nell’allestimento delle vicende parallele. Sarà
per questo che Viola, Orsino, Olivia e Sebastian finiscono
in secondo piano, mentre emergono gli antieroi, i
cattivi, i corrotti, i viziosi. Il sub plot è
dominante e a ciò contribuisce non poco la
bravura del giovane David Paryla (Tobia) che, assieme
a Fabrizio Raggi (Sir Andrew) forma un’irresistibile
coppia di buontemponi. Con loro giocano la cameriera
Maria e Fabian, uniti nell’obiettivo finale
di sbugiardare e torturare il maggiordomo Malvolio,
superbo e altezzoso.
Bella anche la prova di Selene Gandini nel ruolo di
Feste (scelta particolare quella di Nicasio Anzelmo,
che affida il ruolo ad una donna) il giullare, il
pazzo, il cantastorie. Volendo divertirci a scovare
i maestri che l’hanno ispirato nella costruzione
del personaggio, ci viene in mente Giulietta Masina
nella felliniana Gelsomina de “La strada”;
il costume creato da Graziella Pera avvalora questa
idea. A voler andare ancora più indietro pensiamo
a “Scampolo”, la scugnizza di Dario Niccodemi,
stracciona saggia e triste.
Le musiche originali, create senza riferimenti temporali,
sono di Francesco de Luca e Alessandro Forti. La scenografia,
poi, è ridotta al minimo: poche sedie, un grande
lenzuolo che svela e nasconde, un grammofono. Tutto
rigorosamente bianco. Si limita alla stretta funzionalità,
senza predominare sulla recitazione. In compenso,
la scena si allarga verso la platea e gli attori dal
fondo e dai lati avanzano, per salire sul palco. La
scelta registica non disturba lo spettatore, anzi
risulta funzionale. [marina
viola]
|
|
|
|
|
sito spettacolo
| |
|
|
|
|