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Anno
2011
Genere
comico
In
scena
fino al 6 Novembre
Teatro Il Sistina | Roma
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Autore |
Gigi
Proietti |
Regia |
Gigi
Proietti |
Coreografie |
Fabrizio
Angelini |
Scene |
Alessandro
Chiti |
Costumi |
Alida
Cappellini |
Musica |
dal vivo diretta dal maestro Mario Vicari
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Interpreti |
Gigi
Proietti,
Fabrizio Angelini, Loredana Piedimonte, Marco Simeoli,
Claudio Pallottini, Carlotta Proietti, Susanna Proietti
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Produzione |
TRE
TREDICI TRENTATRÉ Srl |
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“Il
‘bisse’ è la sublimazione dell’applauso”.
Dice l’interprete. E il pubblico approva entusiasta. Torna
in scena al Sistina – già sold out fino alla conclusione
di novembre - un classico che si ripete da trentacinque anni.
E non stanca.
Prima si chiamava “A me
gli occhi, please”, oggi si intitola “di
nuovo Buonasera… a tutti”. E Gigi
Proietti è nel suo habitat naturale. Un istrione, un
uomo fatto appositamente per calcare il palcoscenico. E se è
vero che dal cinema non sono mai giunti riconoscimenti significativi,
il luogo dove esprime la maestria, la variata e variabile capacità
interpretativa È il teatro.
Torna a grande richiesta con
lo show già premiato con il Biglietto D’Oro Agis-Eti.
Nonostante sia una ripresa, lo spettacolo – e non un
testo: nelle poco più di due ore recita brani di teatro
classico, popolare, varietà, sketch e canzoni –,
non annoia lo spettatore elettrizzato di rivivere, ascoltare
e apprezzare le sue prove d’attore. Proietti lo sa.
E non si nega. Ripercorre le gesta dell’avanspettacolo,
ricordando momenti più o meno noti; riprende fiato
presentando le figlie Carlotta (cantante) e Susanna (a quest’ultima
purtroppo mancano i geni paterni della recitazione), o grazie
a stacchetti musicali del corpo di ballo, ai boys e le girls.
Proietti non delude il pubblico
parlando dei trucchi del mestiere dell’attore, descrivendo
“la carrettella”, escamotage attoriale per sedurre
e afferrare l’attenzione dello spettatore nei lunghi
monologhi propri del teatro del passato. Il suo “Farewell”
dell’Otello è perfetto e nel contempo divertente.
La prima parte dello show si chiude con “Quest'amore”
(scritto per Proietti da Roberto Lerici), poesia travolgente
e appassionata. Il sipario si riapre con “la favola”,
altro brano cult del repertorio proiettiano. All’anziano
narratore che confonde e mischia tra loro le fiabe di Biancaneve,
Cenerentola, Cappuccetto rosso (come mai il lupo ha gli occhi
grandi?!) e molte altre, segue lo sketch «Cassamortaro»
di Dino Verde. Senza dimenticare il brano tratto dalla “Signora
delle camelie”. Tra un ricordo e una battuta, Proietti
canta classici Swing come “I got it under my skin”
e “Fly me to the Moon” e canzoni popolari romane.
È consapevole che la critica gli rimprovera l’eccessivo
uso del dialetto, ma “a me me piace”. Ed anche
la platea apprezza entusiasta. Si arriva velocemente alla
conclusione dello show. Momento per ricordare “A me
gli occhi please”, prima replica avvenuta 35 anni fa,
dalla cui cassa ‘esce’, ma in versione più
breve, la ‘telefonata’ e il teatro giapponese
in un perfetto grammelot napoletano. Segue e chiude la canzone
“Nù je dà retta Roma”, dalla Tosca
di Magni-Trovajoli, con la partecipazione dell’intero
cast. E arriviamo al bisse, breve ma che di nuovo lascia il
sorriso sulle labbra.
71 anni, una presenza scenica
che non inganna. Al punto da far desiderare che ancora, nonostante
l’età, ci sia solo lui in scena, con il “fumando”
(smoking) senza giacca e senza fascia. Solo una camicia bianca
e la sua arte.
[valentina
venturi]
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