Un
uomo in uniforme militare fuma con indifferenza mista
ad arroganza una pipa. Accanto a lui, una donna in
stato catatonico, nervosamente prega.
Siamo alla fine dell’Ottocento a Braunau, cittadina
di confine in Austria. L’uomo è un ufficiale
della dogana dispotico ed arrogante mentre la moglie,
incinta, è una devota cattolica che, per una
misteriosa ragione, vuole abortire. I due sono in
fuga da un passato misterioso, colmo di dolore, lutti
ed eventi difficili da raccontare ed in parte interpretare.
Clara, la donna, è convinta che Dio ce l’abbia
con lei, che voglia punirla per i suoi veri o presunti
peccati e che non aspetti altro che l’occasione
giusta: la nascita del bambino. Verità o superstizione?
Gli eventi sono narrati attraverso il forte senso
religioso della donna, che carica ogni cosa di inquietanti
sovra-sensi.
La storia viene sviluppata attraverso i dialoghi tra
i coniugi e le interazioni con altri tre personaggi
di contorno: il dottore, il prete e la locandiera.
Seguendo i canoni del genere giallo, un giallo storico
che si colora di atmosfere horror grazie anche ad
una scenografia essenziale quanto funzionale ed a
luci utilizzate in senso prettamente espressionista.
Il demonio è un
thriller teatrale che pesca nelle atmosfere diaboliche
de L’esorcista
e Rosemary’s Baby,
incastonando informazioni storiche utili allo svelamento
dell’intrigo, racchiuso nell’ultima battuta,
che carica di nuovo ed inaspettato senso l’intera
vicenda.
Uno spettacolo che ha un fascino ipnotico grazie alla
performance della protagonista Marianna di Mauro nel
ruolo di Clara, un personaggio non facile giocato
su uno stato di perenne sofferenza ed angoscia, che
non cade mai nella macchietta. Sottotono e monocorde
invece Fabrizio Bordigon nel ruolo del marito; mentre
la brava Romina Bufano (la locandiera), Corrado Scalia
(il Parroco) e Luciano Lalli (il medico) completano
il cast. La regia di Raffaello Sasson è costruita
tutta su un climax costante e crescente che esplode
emotivamente nel finale. Come racconta il regista,
l’idea “nasce dalla mia ossessione per
il lato oscuro dell’esistenza. Una delle domande
che mi ha sempre ossessionato è quale sia l’origine
del male”. Qui troviamo un tentativo di risposta.
[fabio melandri]