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Autore:
Frederick Knott, traduzione di Masolino d’Amico |
Regia:
Geppy Gleijeses |
Scene:
Lorenzo Ghiglia |
Luci:
Luigi Ascione |
Musica:Matteo
d’Amico |
Costumi:
Lorenzo Ghiglia |
Produzione:Teatro
Stabile di Calabria |
Interpreti:
Geppy Gleijeses, Stefano Santospago, Marianella Bargilli,
Raffaele Pisu, Massimo Cimaglia |
Anno
di produzione:
2006 |
Genere:
giallo |
In
scena: al Teatro Quirino, fino all'11
novembre 2007 |
Info:
via delle Vergini 7, 00187 Roma.
Orario biglietteria: 10 – 19 (lunedì riposo).
tel. 06/6794585. Numero verde 800.013616 |
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Tony
Wendice è un ex giocatore di tennis che ha
sposato una donna bella e ricca. Con lei conduce una
vita brillante e agiata. Questo equilibrio viene però
messo in gioco dalla scoperta della passione che Margot,
sua moglie, nutre per un americano: Mark Halliday.
Il timore del divorzio, con la conseguente perdita
del denaro, spinge Tony al delitto. Avvicina un vecchio
compagno di college, Swann Lesgate – divenuto
un avventuriero con parecchie cose da nascondere –
e, col ricatto, lo induce a uccidere Margot. Ma la
sera fatale qualcosa non va per il verso giusto: Margot
si difende e uccide il sicario. Tony torna a casa,
trova il cadavere e improvvisa un nuovo piano. Mette
nella tasca del morto una lettera d’amore di
Mark a Margot rubata tempo prima. La polizia verrà
così indotta a credere che la donna, ricattata
da Lesgate, lo abbia ucciso per difendersi. Le cose
vanno nel modo sperato e il tribunale condanna Margot
all’impiccagione. Ma il commissario ha fiutato
qualcosa….
Accostandosi a questo adattamento teatrale di Delitto
perfetto, tratto dall’omonima commedia di Frederick
Knott e dalla sceneggiatura del film di Alfred Hitchcock,
non si può fare riferimento a quest’ultimo,
un capolavoro di cinema da camera imperniato sulla
fallacità della natura umana – il delitto
perfetto esiste sulla carta ma metterlo in scena comporta
lo scontrarsi con la natura mendace dell’essere
umano – e sull’interpretazione di Signori
attori come Grace Kelly e Ray Milland.
“Quello che mi ha affascinato in questo testo
- racconta il regista e protagonista Geppy Gleijeses
- è la totale “amoralità”
del protagonista ma anche di tutti gli altri personaggi;
una delle scene più belle è quella in
cui, giocando al gatto col topo, Tony rivela al compagno
di università Swann che lo ha seguito ininterrottamente
per un anno e Swann apprende che una persona che gli
era pressocchè ignota fino a dieci minuti prima
è penetrata nella sua vita. In questo intrico
di scale alla Escher, che ho chiesto a Ghiglia di
progettare, si dipana un gioco al massacro contrappuntato
dai fastidiosi e civettuoli chiacchiericci borghesi
alla Doris Day anni ’50 e, mentre galleggia
la felice famigliola inglese, si annodano sciarpe
per strangolare, si affilano forbici da affondare
e si ingrassano corde per impiccare».
L’unità spaziale e la compressione temporale
dell’opera è ben rappresentata sul palcoscenico
da una serie di quadri in cui il delitto perfetto
viene elaborato, illustrato allo spettatore congiuntamente
al malcapitato chiamato a realizzarlo (Massimo Cimaglia),
messo in scena in maniera fallace con la morte dell’aggressore
da parte della vittima ( Marinella Bargilli). Indagano
sull’accaduto la di lei amante (Stefano Santospago)
ed il commissario Raffele Pisu.
Se la prima parte, sino al delitto, la commedia è
sorretta da un gelido quanto voluto ritmo, ben calibrato
dalle recitazioni di Santospago, Cimaglia e su tutti
Geppy Gleijeses, nella parte dedicata all’investigazione,
con l’entrata in scena di Pisu, il motore della
commedia sembra andare fuori giri, il ritmo si fa
lento e privo di mordente precipitando pericolosamente
verso una piattezza inaspettata dalle premesse. Convince
poco l’interpretazione dell’acerba Marinella
Bargilli che se come presenza scenica, algida e fragile,
convince mostra i propri limiti quando è chiamata
a proferir parola. Incerta, emozionata al pari di
Pisu – i due sono gli anelli deboli dello spettacolo
– è da rimandare ad una prossima occasione.
[fabio melandri]
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