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Anno
2012
Genere
commedia
In
scena
fino al 10 febbraio
Teatro Quirino | Roma
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Autore |
Edmond
Rostand |
Adattamento/Traduzione |
Tommaso
Mattei |
Regia |
Alessandro
Preziosi |
Scene |
Andrea
Taddei |
Costumi |
Alessandro
Lai |
Luci |
Valerio
Tiberi |
Musica |
Andrea Farri |
Interpreti |
Alessandro
Preziosi, Benjamin Stender, Veronica Visentin, Massimo
Zordan, Emiliano Masala, Marco Canuto, Luigi Di Pietro,
Francesco Civile, Gianni Rossi |
Produzione |
Khora Teatro e Teatro Stabile d’Abruzzo |
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«Less
is more» («meno è di più») è
un’osservazione che si potrebbe ben adattare allo spettacolo
“Cyrano de Bergerac”, diretto ed interpretato da
Alessandro Preziosi. Dell’eroe romantico di Rostand (Alessandro
Preziosi), cadetto guascone realmente esistito nel XVII secolo,
pericolosamente sincero, ironico, poeta, innamorato della cugina
Rossana (Veronica Visentin), si conoscono varie versioni teatrali
(memorabile quella con Domenico Modugno) e cinematografiche.
Come affrontarlo oggi?
Forse togliendo. Una tendenza che
si va sempre più affermando nel teatro contemporaneo
e che risponde all’esigenza di un pubblico oberato dalle
parole e dalle immagini. Si opera una sintesi di testo, scenografie
ed interpretazione, estraendo e sottolineando gli elementi
fondanti (sentimenti, valori). Preziosi come regista/protagonista
sceglie una via di mezzo: le scene sono Seicentesche ma non
troppo, alcune proposte musicali contemporanee in inglese
sembrano azzardate e casuali (come nel matrimonio tra Rossana
e Cristiano), i dialoghi hanno quel gusto lezioso dell’epoca
ma con il ritmo frenetico contemporaneo. Spesso si fa fatica
a capire le parole perdendo in chiarezza, intensità
ed intenzione. I momenti più belli sono nelle pause,
sottolineate da un gesto lento, dalla sospensione di tutto
quel rumore di fondo delle scene corali, energetiche, ma a
tratti confuse. È la coerenza tra il testo e la messa
in scena a lasciare perplessi, non si trovano quegli elementi
universali che hanno reso questa commedia così popolare:
il conflitto tra essere ed apparire, la potenza di un amore
che va oltre la possibilità di essere consumato e che
sceglie di restare nell’ombra pur di essere vissuto.
Qui il protagonista non indossa un naso importante, argomento
molto sensibile per Cyrano e motivo della sua trasformazione
in poeta ombra del più avvenente Cristiano (Benjamin
Stender); ma così non si capisce perché Rossana
dovrebbe avere delle remore ad accettarne la corte.
Preziosi enfatizza l’aspetto
istrionico di Cyrano, il suo essere un poeta dall’ironia
tagliente, quasi un buffone di corte che non risparmia i potenti
come il conte De Guiche (Massimo Zordan). Manca però
la profondità del sentimento, tutto resta in superficie.
La scena d’amore finale, un desiderio potente come un
amore represso per ben quattordici anni, diventa una prova
di versatilità del protagonista.
«Che cos’è
un bacio?» cantava Modugno nel suo Cyrano. Si esce dalla
sala senza saperlo.
[deborah ferrucci]
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