A
cinquant’anni esatti dalla prima assoluta all’Ars
Theatre di Cambridge (28 aprile 1958) lo scorso 15 gennaio
ha debuttato al Teatro Quirino di Roma Il
Compleanno di Harold Pinter (premio Nobel 2005
per la Letteratura), con la regia di Fausto Paravidino.
E’ difficile raccontare il teatro di Pinter, le
sue commedie sono spesso caratterizzate da una vicenda
poco chiara, che talvolta dirige verso uno sbocco che
non sembra concludersi. I testi del commediografo inglese
sono spesso etichettati come “commedia della minaccia”:
cominciano con una situazione apparentemente innocente
che diventa assurda e minacciosa poiché gli attori
si comportano in modo inspiegabile sia per il pubblico
che, a volte, per gli altri personaggi. “Il Compleanno”
racconta di Stanley (Giuseppe Battiston), un pianista
che non riesce a trovare lavoro e vive presso una coppia
di affittacamere in una località balneare inglese.
Meg (Ariella Reggio), la proprietaria della locanda,
accudisce Stanley con intenso affetto. Decide persino
di fargli un regalo e di festeggiarne il compleanno
- che probabilmente non cade proprio quel giorno - con
una festa. L’arrivo di due misteriosi personaggi
creerà tensioni e situazioni al limite della
rottura che porteranno, la mattina seguente la ‘festa
di compleanno’, all’inspiegabile partenza
di Stanley. E’ un testo costruito su dialoghi
secchi, battute scarne, frequenti silenzi espressivi,
linguaggio corrente caricato di ambiguità.
Alla realizzazione di questa nuova produzione del Teatro
Stabile di Firenze è stato chiamato Fausto Paravidino
(premio Ubu nel 2002 come novità italiana con
il testo 2 Fratelli), uno
dei giovani più promettenti ed interessanti del
panorama teatrale italiano. Qui è sia regista
che attore. Al suo fianco interpreti molto affermati,
che rispondono ai nomi di Giuseppe Battiston, Ariella
Reggio (impeccabile), Paolo Zuccai, Beppe Chierici e
Valentina Cenni.
La scenografia di Laura Benzi (sue anche le luci) risulta
essere l’elemento più riuscito dell’intero
allestimento. La regia sembra non abbracciare tutti
gli elementi che compongono una messa in scena e, a
volte, il ritmo si dilata eccessivamente. Inspiegabile
poi la cadenza dialettale che caratterizza il perfido
Goldberg interpretato, appunto, dal giovane Paravidino.
Dopo Roma, nel mese di febbraio, il Teatro Stabile di
Firenze, vista anche la sua vocazione regionale, proporrà
l’opera di Pinter in molti altri importanti centri
della Toscana come San Giovanni, Valdarno, Piombino,
Volterra, Sansepolcro.
[emiliana palmieri] |
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