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Anno
2011
Genere
drammatico
In
scena
fino al 1 aprile
Teatro Eliseo | Roma
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Autore |
Truman
Capote |
Adattamento/Traduzione |
Samuel
Adamson,
Fabrizia Pompilio |
Regia |
Piero
Maccarinelli |
Scene |
Gianni
Carluccio |
Costumi |
Alessandro
Lai |
Interpreti |
Francesca
Inaudi,
Lorenzo Lavia,
Mauro Marino,
Flavio Bonacci,
Anna Zapparoli,
Vincenzo Ferrera |
Produzione |
Gli
Ipocriti |
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Appurato
che sia tratto dal romanzo di Truman Capote e non dal film di
Blake Edwards; appurato che si ispiri alla riduzione teatrale
fatta da Samuel Adamson; appurato che i paragoni con i “grandi”
troppo spesso sono insostenibili, “Colazione
da Tiffany” con la regia di Piero Maccarinelli
è una delusione irritante. Lo spettacolo annoia e infastidisce.
Si tratta di un ibrido: non è il film ma non è
neanche il libro. La messa in scena è fortemente didascalica,
non ci sono trovate originali che segnino un distacco, una rilettura
del testo noto ai più.
I protagonisti non arrivano al pubblico: troppo declamatorio
Lorenzo Lavia che veste i panni di William Parsons e poco “caratterizzata”
Francesca Inaudi che intrepreta Holly Goligthly. Entrambi avrebbero
dovuto essere il centro della vicenda e dello spettacolo. Si
perdono, invece, dando l’impressione di puntare l’uno
sulla presunta omosessualità e l’altra su una eccessiva
superficialità, tipica della donna svampita. Il resto
della compagnia sembra un alone di contorno, poco definito e
ombroso. I due atti inoltre non aiutano, mancando il coinvolgimento.
Seguire la pièce risulta, purtroppo, faticoso.
Ci si chiede quale sia il senso di un’operazione di questo
tipo, di una produzione di questi livelli in tempi difficili
per il teatro e la cultura tutta.
[patrizia vitrugno]
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