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Anno
2011
Genere
2011
In
scena
-
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Autore |
Giorgio
Tirabassi, Daniela Costantini, Stefano Santarelli, Loredana
Scaramella, Mattia Torre |
Regia |
Giorgio
Tirabassi |
Scene |
Freddy
Proietti |
Luci |
Carlo
Cerri |
Interpreti |
Giorgio
Tirabassi |
Produzione |
RQS
Spettacoli s.a.s |
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«A
Tor Bella Monaca ce fosse mai ’na bella notizia: furti,
droga». Questa non è una battuta dello spettacolo
“Coatto unico senza intervallo”,
ma una conversazione raccolta prima, in mezzo al pubblico. Il
luogo in cui si svolge lo spettacolo, il Teatro di Tor Bella
Monaca, è determinante. C’è attenzione e
rispetto reciproco tra pubblico e artisti in scena perché
l’argomento è conosciuto da entrambi: la piccola
delinquenza e il suo arrabattarsi tra ironia, sarcasmo, satira,
tragedia.
Lo spettacolo scritto
a cinque mani, diretto e interpretato da Giorgio Tirabassi
ha la forma del teatro canzone: varie maschere di malfattori
(a Roma si chiamano sòla) si alternano a canzoni romane
di sapore petroliniano. C’è il romano che si
sposta a Spinaceto, relegato dentro casa, rassegnato a vedere
la tv per non girare per un quartiere in cui non si riconosce;
c’è il delinquente abile nel frodare lo Stato
e percepire tutte le pensioni di invalidità possibili,
colpito nell’orgoglio da un inconcludente figlio cantante
di strada; lo spacciatore di Testaccio e il tossico di Portonaccio
(basta una scoppola sul capo per un’interpretazione
esilarante). Ma su tutti emerge lui, Nello, delinquente di
periferia con un fiuto eccezionale per le imprese facili e
fallimentari, perennemente senza soldi, mal consigliato dallo
pseudo imprenditore del malaffare Ciletta, accompagnato dall’amico
di sventure Rufetto (sempre sdentato a causa degli incidenti
che si susseguono), nell’illusione speranzosa che qualcosa
di positivo gli sia riservato nel “Libro del Destino”.
Spettacolo rodato, teso,
con un Tirabassi grande professionista: canta, suona, entra
ed esce dai suoi personaggi con estrema disinvoltura e rapidità.
Il titolo “Coatto unico
senza intervallo” potrebbe far pensare
ad uno spettacolo leggero e innocuo, ma non è cosi.
Diverte facendo riflettere e mette in guardia ironicamente
su cosa accade a chi si trova a intraprendere la strada dell’illegalità.
Toccante il monologo sui due fratelli, in cui uno è
costretto ad uccidere l’altro delinquente («li
amichi, le cattive compagnie») per tutelare la madre,
vicenda da cronaca cittadina. Tirabassi apre le porte delle
case dove si consumano drammi familiari e li rende vivi, parte
della collettività.
[deborah
ferrucci]
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