Autore
Christian De Sica, Riccardo Cassini, Marco Mattolini, Giampiero Solari
Regia
Giaampiero Solari
Scene
Patrizia Bocconi,
Cristina redini (regia video)
Costumi
Ester Marcovecchio
Luci
Marcello Iazzetti
Coreografie
Franco Miseria
Musica
 Maestro Marco Tiso

«Sono un saltimbanco, mi sento un attore, uno showman, un commediante. Uno che canta, recita, balla». Così racconta Christian De Sica nello spettacolo/varietà “Cinecittà”. E precisa: «Quando si fa questo mestiere, si dovrebbe saper fare tutto».
In scena un patchwork di ricordi, canzoni, balletti, gag e ‘prove d'attore’ dal sapore di varietà televisivo d'altri tempi, grazie anche alle coreografie di Franco Miseria e alla regia di Gianpiero Solari. Come si chiamano gli studi cinematografici in Francia? E in Inghilterra? E in Germania? Se escludiamo gli addetti ai lavori e i diretti interessati, nessuno lo sa. Oltre ad Hollywood, l'unico altro termine conosciuto universalmente è Cinecittà. Una parola che racchiude insieme un meraviglioso mondo, un secolo di storia del cinema fatta da geni dell’arte, ma anche da migliaia di comparse, fatta d’indimenticabili musiche, parole e canzoni. Una storia che appartiene alla cultura italiana ma che è stata fondamentale per tutto il cinema a livello internazionale.

E De Sica ci racconta la ‘sua‘ Cinecittà, inizialmente conosciuta in prima persona grazie al padre Vittorio e alla madre Maria Mercader. Entratoci come comparsa da adolescente in incognito dal padre e poi da affermato attore di cinepanettoni, De Sica rievoca la Cinecittà di ieri, casa di Luchino Visconti, Marcello Mastroianni, Federico Fellini, Sophia Loren, Alberto Sordi e Roberto Rossellini. Fino ai Kolossal americani della Hollywood sul Tevere, per arrivare all'oggi in cui lo Studio 5 (rievocate nelle scene multimediali di Patrizia Bocconi e Cristina Redini), è prigioniero della televisione, del Grande Fratello e degli Amici di Maria De Filippi.

L’attore dà il meglio di sé nei monologhi in cui rievoca episodi privati che si celano dietro la vita pubblica dei maestri del cinema italiano (raccolti nel bellissimo libro “Figlio di papà” edito da Mondadori): dal film mai girato dal padre Vittorio “La Porta del cielo” grazie al quale salvò 300 tra ebrei, comunisti e indesiderati dal regime fascista, dalla deportazione al ricordo commosso e commuovente di Alberto Sordi, fino a togliersi qualche sassolino dalle scarpe riguardo i cinepanettoni e l'accusa di volgarità che si è sentito rinfacciare da sempre.

Le canzoni, eseguite dal vivo grazie all'orchestra diretta dal Maestro Marco Tiso, creano stacchi tra le diverse sequenze che compongono lo spettacolo, che trova i momenti di maggior debolezza in alcune gag reiterate troppo a lungo (i provini, ad esempio) assieme ai compagni di viaggio Daniela Terrieri, Daniele Antonini e Alessio Schiavo.

Cinecittà” racconta con leggerezza lo scintillante mondo dello spettacolo, dalla parte delle luci del proscenio, ma anche delle ombre delle quinte in cui si muovono artigiani e professionisti la cui arte è troppo spesso poco considerata. Uno spettacolo che rende omaggio alla grandezza del cinema italiano che fu e che omaggia un attore, crooner, entertainer che dimostra sul palco di essere migliore di molti dei film realizzati in carriera. [fabio melandri]

Interpreti
Christian De Sica, Daniela Terreri, Daniele Antonini, Alessio Schiavo
Produzione
Bags Live, Wap.
In scena
fino al 13 Aprile al Teatro Brancaccio | Roma
Anno
2013
Genere
varietà