Tosca
D’Aquino è la protagonista della pochade
inglese Chiave per due,
scritta nel 1982 e proposta al Teatro Sala Umberto
fino al 14 dicembre. La regia è curata da Gianfelice
Imparato, che seguendo con dedizione e precisione
il testo, mette a nudo le difficoltà che la
società civile incontra nel sostenere l’istituzione
del “matrimonio”.
L’attrice napoletana, infatti, nel ruolo di
Enrichetta deve cercare di sbarcare il lunario e mantenere
un adeguato tenore di vita, tenendo in piedi due relazioni
con uomini sposati, un pubblicitario e con un pescatore,
ignari di non essere “soli”. Tra i due
amanti c’è di mezzo una “mammina”
immaginaria opprimente e fantomatica, che tiene a
freno i bollenti spiriti e la voglia di nozze.
La filosofia di Enrichetta è molto semplice:
“Se un uomo una volta ogni tanto vuole prendere
il taxi, non vuol dire che vuole vendere la macchina”.
Ma quando per qualche tempo a casa si trasferisce
Anna (Loredana Giordano), la sua amica del cuore da
poco separatasi dal marito veterinario, l’intreccio
si complica irreparabilmente. Da questo momento, l’appartamento
diviene per i protagonisti il luogo deputato per scardinare
la propria vita sentimentale, fino al raggiungimento
di un finale a sorpresa.
Tipica commedia degli equivoci, Chiave
per due è dominata da situazioni e dialoghi
con ritmi accelerati, che si sovrappongono e incastrano
nel tentativo dei personaggi, a conti fatti inutile,
di nascondere la verità. Scenografia fissa,
con quattro ambienti comunicanti, che facilitano i
movimenti dei personaggi. Gli attori in scena (Tosca
D’Aquino, Valerio Santoro, Loredana Giordano,
Renato Giordano) sono in grado di tenere il ritmo,
anche se ad palesare delle falle è proprio
il testo, un po’ troppo datato.
[valentina venturi]