Autore
Saverio Marconi, Stefano D'Orazio
Regia
Saverio Marconi, Marco Iacomelli
Scene
Gabriele Moreschi
Costumi
Carla Accoramboni
Luci
Coreografie
Gillian Bruce
Musica
Stefano Cenci, Stefano D'Orazio 

Quando si sceglie per protagonista di un musical un personaggio che non sa recitare, non sa cantare e tanto meno mettere due passi di danza in fila uno dopo l'altro, c'è qualcosa che non funziona. Lo ammettiamo subito a scanso di equivoci. Questa è una recensione dettata dalla frustrazione, dopo aver assistito alla prima romana del nuovo musical della Compagnia della Rancia: Cercasi Cenerentola.

Il personaggio in questione è Paolo Ruffini, protagonista di dimenticabilissimi cinepanettoni (Natale a Miami, New York, Rio...), presentatore di Colorado Caffè su Italia Uno, e deludente protagonista del musical Full Monty, in scena nella scorsa stagione. Ruffini è il protagonista nei panni di un Principe di Azzurro vestito dell'immaginario Regno di Mitrovia. Ora per motivi a noi sconosciuti e che tali rimarranno, è chiamato dal Re Sovrano a prendere moglie. Ovviamente lui ama troppo la propria libertà per seguire “immantinente” il volere del Re, ma messo alle strette si affida al fedele consigliere Rodrigo (Manuel Frattini) per indire un bando dal quale scegliere la futura Principessa; bando a cui potranno accedere tutte le ragazze nubili del reame. E sarà proprio il popolo di Mitrovia (ovvero il pubblico in sala) a scegliere come nel peggiore dei Reality Show, la sposa del Principe.
A questa esilissima trama, aggiungete una giovane sguattera, due sorellastre dispettose dai nomi di Gertrude e Genoveffa, una matrigna in continua lotta con la sintassi linguistica, una fata turchina, un cagnolino trasformato in autista, ed una zucchina in... Vi ricorda forse qualcosa?

Cercasi Cenerentola scritto da Saverio Marconi e Stefano D'Orazio, è una rielaborazione moderna della favola di Cenerentola (ovvio). Una rielaborazione che fa acqua da più parti a partire dall'ambientazione temporale che si vorrebbe rivisitata negli Anni Cinquanta, ma di cui manca completamente il 'mood', a meno che non lo si sia voluto dare con la breve apparizione di un Juke Box d'epoca ed il profilo di un maggiolone. Un po' poco direi...

Stefano D'Orazio, da quando ha lasciato il gruppo storico dei Pooh, si è dedicato anima e core' alla scrittura di musical teatrali. Il successo del musical Pinocchio, curato insieme al resto della ex-band, aveva un po' illuso. Il viaggio in Estremo Oriente con l'impalpabile Aladin e nel caliente Mexico con l'opaco W Zorro, sono risultati di molto al di sotto delle attese; cosa che non gli hanno impedito di calarsi in questa nuova dis-avventura. Le musiche di Stefano Cenci scivolano via senza soluzione di continuità, come fastidiosi stacchetti musicali di un qualsiasi varietà televisivo. Non possiedono forza, non trascinano, non suscitano alcuna emozione. Sono puramente funzionali; un fastidioso intermezzo al fiume di parole che le avvolge.

Lo spettacolo ha una durata “monstre” (quasi tre ore) per la pochezza che riesce invece a mettere in scena; l'esilissima trama data dalla favola che tutti conosciamo è riempita di sketch, improvvisazioni e gag ripetute all'infinito che rallentano un ritmo già di suo "lento", strappando poche e forzate risate. Le stesse scenografie mostrano una povertà di idee e realizzazione che spiazza e stordisce; la sensazione è quella di uno spettacolo realizzato con la mano sinistra, ad occhi chiusi e pensando ad altro.

In tale pochezza, unico raggio di sole dello spettacolo è la presenza di Manuel Frattini, che all'interno di un panorama non eccelso, conferma ancora una volta il proprio talento nel ballo, canto e recitazione. Un talento al servizio di uno spettacolo francamente incomprensibile come pochi con cui la storica Compagnia della Rancia festeggia i suoi primi 30 anni di attività.

Uno spettacolo che si voleva pieno di magia, colori, sentimento ed allegria; tutte buone intenzioni che sono rimaste inesorabilmente sulla carta dei desiderata. Come diceva il grande Gino Bartali: Gl'è tutto sbagliato, gl'è tutto da rifare”. [mario blanfide]

Interpreti
Paolo Ruffini, Manuel Frattini, Beatrice Baldaccini, Laura Di mauro, Claudia Campolongo,
Silvia Di Stefano, Roberto Miolla, Silvia Contenti, Rossella Contu
Produzione
Compagnia della Rancia, Medina srl
In scena
fino al 26 febbraio al Teatro Brancaccio | Roma; altre date
Anno
2014
Genere
musical