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sul palco del Teatro Sistina il musical di Claudio
Mattone scritto con Enrico Vaime “C'era
una volta … Scugnizzi” in un nuovo
allestimento con una compagnia giovanissima composta
all'80% da debuttanti, molti provenienti dalla strada.
Spettacolo
pluridecorato tra cui il Premio ETI - Olimpici del
Teatro come miglior musical, due David di Donatello,
un Ciak d'Oro, un Globo d'Oro e un Nastro d'Argento
alle musiche, nasce nel 1987 quando, ricorda Mattone,
“Nanni Loy ed Elvio Porta mi chiesero di scrivere
la colonna sonora del film Scugnizzi. Si trattava
di un film musicale ambientato nel carcere minorile
di Nisida; interpreti quei ragazzi a rischio cui la
realtà della strada offre ben poche alternative:
la malavita o il niente. Era già da tempo che
mi appassionavo a problemi e tematiche di questo genere
e quindi la proposta mi trovò in piena sintonia.
Mi misi a lavorare con grande entusiasmo e ne nacquero
alcune delle canzoni cui sono rimasto più legato
nel tempo: “Carcere ‘e mare”, “Magnifica
Gente”, “’A città ‘e
Pulecenella”, “Perzóne perzóne”,
“Scétate scé…”, “Parlanno
parlanno”, “Zòccole” ecc.
Cominciai a sognare un grande musical interpretato
da ragazzi, un'opera che esprimesse una napoletanità
moderna, non folkloristica, fatta di impegno e di
lavoro, lontana dagli stereotipi e dai luoghi comuni”.
La storia vede la figura di Don Saverio, un passato
nel carcere minorile, oggi prete di strada che si
dedica al volontariato ed in particolare al recupero
dei ragazzi del quartiere cercando di appassionarli
alla musica. Un modo per sottrarli all'illegalità
rappresentata da Raffaele Capasso ‘o russo,
un camorrista che li usa come corrieri per loschi
traffici. Lo scontro tra le due personalità,
un tempo compagni di strada, porterà tragiche
conseguenze. Ma spesso il cambiamento nasce lì
dove sembra che la speranza non alberghi più.
“Scugnizzi”
è un musical colorato, trascinante, commuovente,
capace di fondare le radici in una realtà drammatica
e dolorosa, per strutturarsi all'interno di una storia
neorealista e vestirsi di una vitalità straordinaria,
capace di divertire, ma al contempo commuovere e riflettere.
Le
musiche di Claudio Mattone trascinano lo spettatore
all'interno di una Napoli calda e caciarona, alternando
assoli capaci di esaltare le belle voci dei giovanissimi
protagonisti – tutti bravi, nessuno escluso:
difficile trovare una pecca in un cast che va dagli
11 anni di Lorena Zinno un tornado di vitalità
che travolge, ai 22 anni di Mavi Gagliardi –
a pezzi corali esaltate dalle coreografie trascinanti
di Gino Landi su pezzi come “A città
‘e Pulecenella” o “Arrangiammoce”.
Le scenografie sono di Bruno Garofalo, quello di Sanremo
per intendersi: composte da strutture modulari che
aprono e chiudono gli spazi scenici, sulle quali sono
proiettate immagini video o statiche, che aprono il
palcoscenico teatrale a quello naturale e assai più
ampio di Napoli e della vita.
Uno
spettacolo riuscitissimo, che ha entusiasmato il tipico
compassato pubblico delle prime, omaggiato da una
lunga standing ovation con tutta la platea in piedi
a canticchiare le orecchiabili musiche di Claudio
Mattone. Da non perdere. Chapeau!
[fabio melandri]