Cosa succede in
un camerino teatrale, poco prima dell'entrata in scena?
È da questo spunto che il commediografo francese
Dany Laurent fa partire la commedia “Buona
Domenica”, incentrata su due
personaggi: Pietro, attore protagonista, egocentrico,
mammo-centrico, borioso, arrogante e insieme cieco
verso dell'universo che lo circonda, incapace di leggere
nei sentimenti delle persone a lui più vicine
e chiuso nella solitudine del suo egoismo. Al suo
fianco c’è Matilde, assistente tutto
fare di lungo corso, spalla, compagna, suggeritrice
e... amante di tempi lontani. «Due storie in
una storia comune, un pianeta ed un satellite - come
sottolinea il regista Roberto Ciufoli -, una luna
luminosa con una faccia nascosta, che non abbandona
mai l'orbita del pianeta che gira solo su se stesso.
Pietro, un attore di successo, irresistibile nel suo
essere impermeabile al mondo che lo circonda».
“Buona
domenica” è incentrata
sui continui battibecchi tra un attore viziato e la
sua coscienza, con un buon ritmo drammaturgico sostenuto
dal mestiere di Edoardo Siravo, che detta i tempi
alla sua compagna di avventura Emanuela Aureli e compone
gli spazi nella scenografia fissa ed immutabile di
Francesco Scandale. Nota al grande pubblico per le
imitazioni nell'orbita Costanzo-De Filippi, l'Aureli
si avvicina al ruolo di Matilde con umiltà
e circospezione (anche troppa), scegliendo un registro
basso e sostenendolo per tutto lo spettacolo. Di conseguenza
è la recitazione brillante e variegata di Siravo
a costruire il climax dello spettacolo, coadiuvato
dalla regia di Ciufoli che con rigore si concentra
sul testo senza lasciarsi andare a troppe strizzatine
d'occhio al pubblico, punto dolente di molte rappresentazioni
della medesima tipologia.
Applausi convinti
da parte di molti, con qualche riserva da parte nostra.
[fabio melandri]