Blu
Autore: Valentino Villa
Regia: Valentino Villa
Scene: Francesco Mari Costumi: Francesco Mari
Luci: Gill McBride Suono: Paolo Astolfi
Produzione: Neraonda
Interpreti: Marco Angelilli, Sarah Silvagni, Sandra Toffolatti, Stefano Vona Bianchini
Anno di produzione: 2010 Genere: dramma
In scena: in turnè

Il male e la sua rappresentazione. A teatro. Con queste premesse lo spettatore si accomoda per gustare lo spettacolo in scena al teatro Ambra Garbatella “Blu”, diretto da Valentino Villa e presentato in Prima Nazionale al Festival Benevento Città Spettacolo nel settembre 2010. Nella cartella stampa si scopre che “Blu” «è una riflessione amorale sulla violenza e sul male senza soluzioni consolatorie. Barbablù è Gilles de Rais ‘il più grande criminale della storia dell’uomo’, secondo la definizione di Georges Bataille. Portando in teatro una delle più terribili storie dell’umanità, Valentino Villa sceglie di non mostrare né sangue, né corpi nudi. L’osceno rimane, deve rimanere, fuori dalla scena».

Il testo, nella sua interezza, è quindi ispirato alla vita di Gilles de Montmorency-Laval barone di Rais, uno degli uomini più ricchi della Francia medioevale e riferimento storico per la figura di Barbablù. Durante la sua vita a dir poco dissoluta, ha torturato, stuprato e ucciso più di duecento bambini ed adolescenti maschi. L'impianto narrativo si regge sul processo contro Gilles: la confessione è ciò che tiene in piedi “Blu”. Per evitare corpi mutilati in scena, tutto viene raccontato, descritto e mai mostrato.

Per creare il fastidio emotivo si usano artifici registici: gli attori parlano usando microfoni e distorcono le voci; la musica crea straniamento e distacco dalla storia; i video proiettati sulle veneziane allontanano lo spettatore dalla vicenda descritta; le danze scoordinate spiazzano. Eppure tutto (e insieme niente) permette di raggiungere l'identificazione con il male, l'osceno e il dolore. Si rimane spaesati e a volte interdetti: le interruzioni più che distacco e sofferenza, provocano disorientamento e perdita del filo conduttore. Molta buona volontà, per un risultato non completamente riuscito. [valentina venturi]