Blackbird


Anno
2011

Genere
drammatico

In scena
fino al 18 dicembre
Teareo India, Roma

Autore
David Harrower
Regia
Lluis Pasqual
Scene
Paco Azorín
Costumi
Chiara Donato
Luci
Claudio De Pace
Interpreti
Massimo Popolizio,
Anna Della Rosa,
Silvia Altrui
Produzione
Piccolo Teatro di Milano, Teatro d’Europa

 

Non si sa bene per chi dei due parteggiare. Per chi provare rabbia, per chi pietà, per chi disprezzo o compassione. “Blackbird” dello scozzese David Harrower è un testo forte che tocca corde intime, profonde; che prende un tema difficile e inquietante e lo getta su un palcoscenico, affidandolo alla forza fisica e recitativa di Massimo Popolizio e Anna Della Rosa.

Si parla di pedofilia e nella questione si entra quasi subito. Giusto il tempo che ha Una (Anna Della Rosa davvero molto brava nel ruolo della ragazza ferita, arrabbiata e psicologicamente instabile), di scendere di corsa la rampa di scale che porta in una sala mensa sporca e piena di rifiuti. È qui che in una lotta fra corpi e parole i due riportano alla memoria la loro storia: amore o perversione? Lei aveva dodici anni, lui quaranta: un incontro fortuito, quasi casuale che si trasforma in un gioco perverso, un rapporto malato. Nei due lunghi e intensi monologhi che raccontano le diverse versioni della vicenda, accaduta 15 anni prima, si parteggia ora per l’uno ora per l’altra. Perché le intenzioni dei protagonisti sono tali, che si tende a credere alle motivazioni anche di chi ha commesso un reato.

Massimo Popolizio è un Ray ambiguo, fermo nei suoi ricordi, pentito (forse) del passato. Forse. Perché il finale rimette tutto in gioco: quando crediamo di aver capito a chi dare la colpa o chi giustificare in nome forse di un sentimento, scopriamo (qualora fosse da scoprire) che nulla è giustificabile, che vittima e carnefice in questo caso non possono confondersi. “Blackbird” è il coraggio di non dare risposte, di parlare di pedofilia e di abuso senza moralismi, senza condanne. La regia di Lluis Pasqual è discreta ma presente, mai prevaricante. Nulla è lasciato al caso e il risultato è un effetto straniante che spiazza e coinvolge.

Lo spettacolo è di rara intensità e commozione, due prove attoriali non comuni, una storia dalle mille sfumature che fa riflettere. Da vedere.
[patrizia vitrugno]