Ad
un mondo dello spettacolo dominato dal trash, che
trova nel reality show il suo trionfo espressivo e
che concorre in maniera sempre più invasiva
ad abbassare il gusto di un pubblico ormai assuefatto
al brutto e al mediocre, Riccardo Castagnari tenta
di fare da contrappunto con un viaggio nella memoria
composto da schegge di teatro e di cabaret che corrono
disordinati senza però mai perdersi.
“Il bello non è
più di moda” si pare con un breve
monologo dedicato alla magia che autori come Ettore
Petrolini e Achille Campanile suscitano nell’anima
di coloro che accendendo la televisione non si riconoscono
più in quello che vedono, seguito da una personalissima
versione di “Sempre”, cavallo di battaglia
della compianta Gabriella Ferri.
L’interpretazione di canzoni senza tempo, umoristiche,
ricche di non sense, doppi sensi o a senso unico,
sono la vera anima dello spettacolo di Castagnari
accompagnato al pianoforte dal bravo Andrea Calvani:
“Ma l’amore no”, “Lili Marlene”,
“Parlami d’amore Mariù”,
“Gastone”, “Ti parlerò d’amor”
restituiscono allo spettatore l’immagine sonora
di un mondo che l’immaginario collettivo dei
giorni nostri sembra aver rimosso assieme alle sue
principali icone, da Wanda Osiris al Paolo Poli di
“Mezza coda” al Leopoldo Mastelloni de
“Les Fantomes de Pierrot”.
Ma il tributo più appassionato di Castagnari
è dedicato a Milly (1905-1980), i cui abiti
di scena concorrono a regalare forza evocativa alla
scenografia. Accanto a Riccardo Castagnari è
da segnalare la presenza del giovane attore siciliano
Igor Petrotto. Tra i punti di forza dello spettacolo
vanno annoverati i costumi, decisamente fedeli al
periodo storico che viene raccontato, e le luci di
Valerio Sabini. [valerio
refat]