Nato
da un progetto drammaturgico di Edmondo Berseli, lo
spettacolo “Beatnix”, (debutto al Parma
poesia Festival nel 2008), traccia un percorso essenziale
dei grandi artisti della Beat Generation. Interprete
unico Shel Shapiro che, grazie alla voce e alla capacità
camaleontica di passare da una canzone di J .Cash
ad una poesia di Allen Ginsberg ad un brano di Kerouac,
fa immergere il pubblico in questo mondo di poeti
intensi e maledetti.
Si
inizia da una fase nevralgica della storia americana:
la crisi del ’29, con tutte le conseguenze psicologiche
ed economiche che influirono sulle generazioni dell’epoca.
Da qui si arriva agli autori che hanno dato il via
alla Beat Generation: parallelamente alla poesia e
alla letteratura, si percorre una strada musicale
simbiotica. La scelta dei brani più rappresentativi
dell’epoca è equilibrata, al punto da
far si che lo spettacolo non sia né obsoleto
né scontato, come invece rischiano di essere
questo tipo di operazioni, che coinvolgono al tempo
stesso musica e letteratura. Ottimo il tracciato segnato
da Berselli: anche chi è impreparato sull’argomento
si appassiona. La forte e dirompente personalità
di Shapiro, unite alla naturalezza e alla spontaneità,
fanno il resto.
Lo
spettacolo è interessante e formativo oltre
che ben costruito e interpretato. Bravo Shapiro nel
suo ruolo, ma anche i musicisti che lo accompagnano.
Un’esperienza importante sia per gli amanti
della materia che per chi vuole approfondire un momento
della musica e della letteratura americana che ha
influenzato e ispira ancora artisti di tutto il mondo.
[annalisa picconi]