"A
quante persone nel corso della vita puoi chiedere:
sei felice?". Quattro, massimo cinque è
la risposta di Marco, imprenditore rampante ed affermato,
sulla cresta dell'onda.
I soldi non fanno la felicità, ma aiutano.
E Marco ha tanti di quei soldi che la felicità
può comprarsela, per se' e per la sua famiglia
a cui non manca praticamente nulla, se non la presenza
fisica del familiare. Ma Marco non sembra soffrirne,
non sente l'assenza della figlia che cresce velocemente,
degli amici, della casa. Sino a quando la terribile
notizia della malattia della moglie, non cambia il
punto di vista sulle cose.
Preso dallo sconforto e dall'impotenza, neanche i
soldi in questo caso possono comprare la salute, si
rivolge al suo Life Coach per trovare una soluzione,
una via di uscita da questo dramma. Impara allora
a sue spese, che la soluzione è dentro di se'.
"Be Happy"
è un monologo musicale, dove Marco (un non
sempre convincente Gianluca Tocci, anche autore della
commedia) racconta, canta, riempie lo spazio del palcoscenico
con le perplessità, i dubbi e le esternazioni
senza soluzione di continuità, in una performance
monocorde ed incostante. In scena anche Lorenzo Ait
nel ruolo di se stesso (il Life Coach) e quindi convincente;
Federica Orrù e la piccola Susanna Klapetz,
invece, appaiono e scompaiono dal palcoscenico come
ombre impalpabili.
Condito da una dose non indifferente di moralismo
spicciolo e lezioni di vita alla Coelho, nonostante
l'indubbio obiettivo di una riflessione sulla condizione
umana così pesantemente condizionata dai beni
materiali a discapito di quelli essenziali, "Be
Happy" convince poco con gli inserti musicali
che nulla aggiungono, nulla movimentano in uno spettacolo
che appare poco riuscito.
Dopo il successo de "La Guerra fredda della famiglia
Sox", stavolta la portata risulta amara al palato.
[fabio
melandri]