Metti
uno scemo, un handicappato e un cieco. Non è
una barzelletta unpolitically correct: è il
nuovo spettacolo di Roberto Marafante "Banda
(Dis)armata", testo di Adriano Bennicelli,
in scena al Teatro La Cometa fino al 16 gennaio con
un trio di attori d'eccezione: Michele La Ginestra,
Ettore Bassi e Sergio Zecca.
Un orologio senza lancette pende dal soffitto e incombe
su tre armadi enormi: uno classico, uno sporco e uno
lucido. Damiano (La Ginestra) ha una moglie romena,
un figlio di cinque anni, nessun lavoro e una fervida
fantasia scambiata per demenza. E' l'ottimista del
gruppo, il buono, il sognatore, quello che non puoi
non amare. Iaio (Bassi) è il custode degli
strumenti musicali del Quirinale: determinato, colto,
arrabbiato e costretto su una sedia a rotelle. E'
l'idealista, che ne sa sempre più degli altri,
che grazie al suo brillante cervello riesce a "nascondere
la carrozzella". Tito (Zecca) è un professore
di musica che insegna inglese, vive con la madre in
mezzo alla naftalina, ama la luce, anche se non la
vede, e non ha mai fatto l'amore.
I tre protagonisti sono sempre in bilico tra la commedia
e la tragedia, tra il corretto e lo scorretto, tra
il giusto e lo sbagliato. Il punto di vista cambia
in continuazione e grazie ai piccoli colpi di scena
disseminati nel testo dall'autore, il pubblico è
piacevolmente trasportato nelle pieghe di una storia
commovente e divertente che racconta di un non pensante,
un non deambulante e un non vedente che un giorno,
dal cornicione di un palazzo presidenziale, urlano
diritti, ragioni e fallimenti. Armati di strumenti
musicali si presentano al mondo come una banda dis-armata
e disarmante, perché "siamo tutti bravi
a fare la rivoluzione con la pistola in mano. Ma provateci
voi con una tromba".
Tre uomini disabili che raccontano la loro vita e,
soprattutto, la nostra Italia tra raccomandazioni,
fallimenti, ideali da inseguire e valori da dimenticare
con una sola ancora di salvezza: l'amicizia che "non
è un dono, ma una conquista". Da vedere.
[marzia turcato]