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Anno
2010
Genere
commedia
In
scena
finoa l 4 dicembre
Teatro Olimpico | Roma
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Autore |
Vincenzo
Salemme |
Regia |
Vincenzo
Salemme |
Scene |
Alessandro
Chiti |
Costumi |
Giusi
Giustino |
Luci |
Umile
Vainieri |
Musica |
Antonio Boccia |
Interpreti |
Vincenzo
Salemme,
Benedetta Valanzano,
Maurizio Aiello,
Domenico Aria,
Antonio Guerriero,
Giovanni Ribò,
Antonella Morea,
Chiara De Vita,
Nicola Acunzio |
Produzione |
Chi
è di scena |
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Torna
a grande richiesta, dopo il successo degli anni precedenti,
la commedia brillante-romantica di Vincenzo Salemme “L’astice
al veleno”.
Scritta e diretta dal comico, racconta la storia di una giovane
e avvenente attrice, Barbara, innamorata dell’uomo sbagliato:
la poverina è costretta dal suo amante - sposato e che
grazie ai soldi della moglie riesce a produrre spettacoli, riservandole
la parte della protagonista -, a passare (come ogni anno) l’antivigilia
e la vigilia di Natale reclusa nel teatro, dove il produttore,
per ben nasconderla alla moglie, ha ricavato anche un appartamento.
Qui la ragazza vive. Ma Barbara, ormai esasperata dall’indifferenza
e dall’ipocrisia del suo uomo, decide di compiere un atto
estremo: mettere del veleno nel vino da degustare con un delizioso
astice che vuole preparare per cena. Morire così, romanticamente,
insieme all’amato. Ma il piano è noto anche agli
unici esseri che con lei condividono la solitudine di quel palcoscenico:
le statue raffiguranti personaggi classici del folclore napoletano,
che, come se vivessero di vita propria, cercano di impedire
la tragedia. Mentre la ragazza si prepara a completare il suo
proposito, arriva un curioso pony-express (Vincenzo Salemme),
che le intralcia i piani. Attraverso colpi di scena e rocambolesche
situazioni, il testo si avvia verso un inaspettato finale.
Spettacolo
divertente, leggero ed ironico, che alterna momenti di commedia
musicale ad altri che invitano ad una più pacata riflessione
mantenendo sempre, come è tradizione di Salemme, il
sorriso sulle labbra. Bravi gli attori capitanati dal regista
che dialoga persino con il pubblico, lasciando spazio a momenti
di improvvisazione alternati a gags tipiche della tradizione
napoletana. Applausi scroscianti.
[annalisa picconi]
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