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Autore |
Augusto
Fornari, Toni Fornari, Andrea Maia, Vincenzo
Sinopoli
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Regia |
Augusto
Fornari |
Aiuto
Regia |
Noemi
Sferlazza |
Costumi |
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Luci |
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Coreografie |
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Musica |
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Una sala luminosa; un divano bianco, enorme; una finestra
socchiusa; le foto di Papa Giovanni Paolo II; la bandiera
bicolore dello Stato Pontificio. Il pubblico tutt’intorno
quasi ad invadere lo spazio scenico. Poi loro, i coniugi
Cazzaniga: lui, Gianmario (Giancarlo Ratti) incorruttibile
uomo d’affari con un appalto in ballo per il Vaticano,
lei, Stefania (Barbara Pieruccetti), donna allegra,
figlia di ex hippie e sorella di Francesco (Gianni Ferreri),
abile truffatore napoletano. Da quando Francesco si
trasferisce dalla sorella (solo lei può fargli
ottenere gli arresti domiciliari), la vita di Gianmario
si trasforma in un incubo. Gianmario disprezza il cognato,
non concepisce il suo modo disgraziato di campare e
soprattutto teme che i vicini possano accorgersi della
sua presenza. Ma quando tutto sembrava andare nel verso
giusto e gli affari con la Chiesa iniziano a definirsi,
un improvviso capovolgimento della situazione finanziaria
lo costringe trasformarsi anche lui in un truffatore.
Scritta dagli stessi autori
di “Terapia Terapia”, “Finché
Giudice non ci separi” e “Se non ci fossi
io”, “L’arte della truffa”
è una commedia spassosa, a tratti paradossale,
fortificata anche dal dialetto napoletano. Le tematiche
sono quelle attuali dell’onestà (Gianmario),
della sacralità delle istituzioni (il Cardinal
Pacini - Sergio Solli) e della frode (il fratello
Francesco). Più simile alle dinamiche della
fiction che alla commedia tradizionale all’italiana,
“L’arte della truffa” si avvicina
per ambientazione e atmosfere ad una sitcom televisiva,
con il classico campanello che suona, la porta che
si apre e la bella di turno che entra. Tutto in un
susseguirsi di colpi di scena, equivoci e situazioni
imbarazzanti. Si ride dall’inizio alla fine,
sia per le gaffe della vicina di casa (Desireé
Popper), una ragazza avvenente di nome Cielo che fuorvia
e seduce col suo accento brasiliano, sia per le facce
stralunate di Ratti che sfinito dopo l’ennesimo
complotto, sembra esser uscito fuori di senno. Il
racconto si avvicina ad una mission impossible quando
Gianmario, in trasferta - grazie ad un auricolare
- pilotato dai consigli dell’esperto cognato,
riesce a truffare un certo Santo Lamazza (Maurizio
Mattioli), che il pubblico vede proiettato su alcuni
schermi posti sopra la scena.
La
commedia, diretta da Augusto Fornari, anche se piacevole,
risulta a volte poco elastica per i tempi eccessivamente
lunghi e i dialoghi mancanti di ritmo. Lo squilibrio
tra i personaggi della moglie e del cardinale (troppo
poco tipizzati), ne causa la scomparsa dietro il resto
del cast. Sebbene l’originalità del finale
riscatti la mancanza di ritmo iniziale, rimane purtroppo
una scappatoia, troppo legata alla regia televisiva.
[serena
giorgi]
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Interpreti |
Gianni
Ferreri, Barbara Pieruccetti, Giancarlo Ratti,
Sergio Solli, Desireé Popper, D. Giannini,
M. Iavone con la partecipazione in video di
Sergio Fiorentini e Maurizio Mattioli
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Produzione |
Andrea
Maia Teatro Golden e Vincenzo Sinopoli
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In
scena |
fino
al 20 ottobre al Teatro Golden | Roma |
Anno |
2013 |
Genere |
commedia |
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