Siamo
alla vigilia di Natale e una famiglia bene dell’alta
borghesia si riunisce per le vacanze in una sperduta
villa della campagna francese. Un tragico imprevisto
interrompe i festeggiamenti: il capofamiglia, l’unico
uomo presente nella villa, viene assassinato nella notte
con un coltello conficcato nella schiena. L’omicida
non può che essere una delle esponenti del “gentil
sesso” presenti nello chalet.
A causa di una nevicata le otto figure femminili che,
in un modo o nell’altro, compongono la famiglia
rimangono bloccate nella casa, del tutto isolate dal
resto del mondo. Inizia così il gioco al massacro
tra le otto per scovare l’assassina.
Tra sospetti e accuse vengono alla luce i più
intimi segreti e i lati meglio celati delle protagoniste.
Una commedia noir che, scritta originariamente per il
teatro da Robert Thomas e portata sul grande schermo
nel 2002 da Francois Ozon, rappresenta un microcosmo
al femminile tutto avvelenato da bugie, tradimenti e
doppio gioco.
Claudio Insegno ha il merito di essere riuscito a rendere
la trama più fresca, meno cupa rispetto all’originale,
sicuramente divertente.
Circa tre ore di rappresentazione che scivolano via
leggere, perché si rimane catturati dalla trama,
dove nonostante le risate la suspance è mantenuta
con colpi di scena degni di un vero thriller, e dalla
scenografia che sapientemente ricrea gli ambienti raffinati
dell’antica villa padronale, con tanto di nevicata,
regalando al pubblico la sensazione di sentirsi davvero
al suo interno.
La riuscita dello spettacolo è dovuto anche alla
colonna sonora che Rossana Casale ha curato creando
atmosfere e suggestioni che rapiscono e coinvolgono,
con testi che esprimono meglio delle parole lo stato
d’animo, i sentimenti e le personalità
delle varie protagoniste.
Molti i volti noti al piccolo schermo che, abbigliate
di tutto punto con abiti tipici degli anni ’50,
si incrociano sul palcoscenico: da Caterina Costantini
a Sandra Milo, da Corinne Clery a Eva Robins e Nadia
Rinaldi.
La nota meno positiva è data proprio dalle interpreti
che nonostante l’impegno e la buona prova canora
non riescono a dare l’impressione di essere padrone
del ruolo, dando prova di una recitazione incerta e
approssimativa. [vanessa
menicucci] |
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