Coreografia
e Regia | Federicapaola Capecchi
Testi e drammaturgia | Riccardo
Walchhutter
musiche originali e canto | Maurizio
Corbella
Con Riki Bonsignore, Federicapaola
Capecchi, Arianna Cavallo, Maurizio Corbella, Elisa Garbarini,
Yuri La Cava
Uomini
e donne che sopravvivono al vento, al dolore, alla gioia più
estrema, anche alla morte, perché capaci di accogliere
vicinanze e distanze, perché pronti a trasformare i
corpi, perché capaci di toccarsi ogni volta con sguardo
nuovo. In scena la costruzione di una relazione tra elementi
fisici e mentali, all'interno del concetto del viaggio, della
ricerca, dell'andare, del tornare.
Nella relazione fisica tra i danzatori e gli spettatori il
tentativo di visualizzare il concetto invisibile della “presenza”
attraverso il filtro di un corpo fisico, espressione di ciò
che nell'essere umano è interno ed esterno...mediante
la pelle, come unico punto di contatto. Sulla scena si susseguono
parole, respiri, e la mappa delle emozioni dei danzatori-attori,
che si aprono a un teatrodanza in cui il corpo è riflessione
e poesia, fonte di continue risorse in un permanente altalenarsi
tra realtà e desiderio, tra sogno e vita, divertimento
e riflessione.
Corpi che si raccontano, confidano vita, pensieri e affetti
che, per quanto unici e personali, alla fine riguardano tutti
perché nulla ci è estraneo. Esprimono il massimo
della forza e della fragilità. Sembrando a volte sculture
che sfiorano il piano dell’effimero, sospese in maniera
inesorabile sulla scena. Il flusso di energia che circola
tra i loro corpi che ora si sfiorano, ora si toccano, ora
si abbandonano viene sempre bruscamente interrotto. Tutto
sempre avvolto in un alone di serenità e confidenza.
Punto di partenza è un tema sul quale insisto, nel
quale navigo in assoluta ricerca da tempo: i rapporti tra
gli individui, la dimensione dei rapporti tra gli uomini,
da ciascuno sviluppata in modo soggettivo, secondo le proprie
esperienze, anche e soprattutto le più intime e l'amore.
I CORPI APPESI A TESTA IN GIU'
Sono l'inizio delle resistenze come dei totali abbandoni.
Su tutto incombe una remota solitudine che non è mai
greve, che non è mai tragica. C'è e basta. Esiste
e si intreccia anche nei momenti di gioia. I corpi appesi
a testa in giù sono un po' il suono di questa solitudine,
semplici, veri, affaticati, inermi, potenti. Sono anche l'immagine
che ho degli uomini e del nostro tempo: soli, sempre appesi
(mai aggrappati) a qualcosa e con un violento desiderio che
qualcuno li sleghi e li tenga in braccio, con amore. Rappresentano
la mortalità dell'amore e sono anche forse la mia confessione
di uno stato di crisi personale e creativa.
LE CONFIDENZE E I COMPLIMENTI O LE CRITICHE
sono il vero lamento d'amore. Segno dolce e inquieto
dell'impossibilità di un contatto profondo. Confidenze
strutturalmente essenziali ed emotivamente sferzanti, che
colpiscono per purezza ed omogeneità. Così come
i gesti. Su tutto, parole, danza, gesti: cerco un linguaggio
vissuto, che arriva dal corpo e vi respira, senza automatismi
ne' artifici tecnicistici.
Teatro
Vascello
Via Giacinto Carini 78 - Roma
Info: 06 5881021
promozione@teatrovascello.it
www.teatrovascello.it
Biglietti
€12,00 / €10,00 - Orari da giovedì a sabato
ore 21,00 - domenica ore 17,00