Giovedì
12 febbraio, alle ore 18.00, presso il Teatro Eliseo, si terrà
la presentazione del libro Carriglio/Orestiade a cura di Anna Banfi
(Flaccovio Editore), che documenta la messa in scena della trilogia
eschilea al Teatro Greco di Siracusa per la regia di Pietro Carriglio.
Parteciperà all’evento Piero Grasso, procuratore nazionale
antimafia, che al termine dello spettacolo, la sera della prima
nazionale, aveva letto una frase di George Thomson sulla nascità
del “regno della legge”.
Presenteranno il libro Andrea Bisicchia (docente di Metodologia
e critica dello spettacolo all’Università di Parma),
Adele Cambria (giornalista), Monica Cantanni (docente di Archeologia
e tradizione classica all’Università IUAV di Venezia),
Salvatore Nicosia (docente di Lingua e letteratura greca all’Università
di Palermo).
Interverranno il regista Pietro Carriglio e la curatrice del libro
Anna Banfi.
L’ingresso è libero fino
ad esaurimento dei posti.
L’
Orestiade
Nei mesi di maggio e di giugno 2008, in occasione del XLIV ciclo
di Rappresentazioni Classiche della fondazione INDA, è stata
rappresentata presso il Teatro greco di Siracusa l’Orestiade
di Eschilo, tradotta da Pier Paolo Pasolini e diretta da Pietro
Carriglio. Alla base della lettura che Carriglio propone dell’Orestiade,
vi è l’idea che essa rappresenti la partecipazione
della comunità al grande rito della nascita della democrazia:
i cittadini sono protagonisti attivi nel processo che porta alla
costruzione della città, intesa come organismo politico in
cui il singolo assume un ruolo solo nella sua relazione con gli
altri membri della comunità.
Quando la dea Atena stabilisce il principio secondo cui la punizione
di un assassino non deve più essere delegata alle Erinni
né a un parente dell’assassinato, non è agli
uomini che decide di affidare il compito di giudicare l’omicidio,
ma ai migliori dei cittadini: sono loro che, membri della comunità,
devono rispettare e far rispettare le nuove leggi. La città
non è solo il luogo in cui si prendono decisioni sulla vita
pubblica, è prima di tutto il luogo del confronto dialettico,
il luogo in cui si riconoscono i problemi e si cerca di risolverli.
Il rito della fondazione della città rappresentato da Eschilo
nell’Orestea diventa quindi espressione, nella Sicilia di
questi anni, della forte volontà che questa comunità
ha di ricostruirsi e di darsi una nuova identità, fondata
sul principio della legalità. È proprio la legalità
il punto fermo intorno al quale ruota tutta la messa in scena dell’Orestiade
siracusana, una legalità che vuol dire antimafia, solidarietà
e partecipazione politica.
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ELISEO
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