Dal 17 al 21 febbraio al teatro Tordinona:
‘’Cambio vita’’ il nuovo e brillante spettacolo
di Simone Perinelli, già vincitore di ‘’Schegge
d’Autore’’ come miglior attore e miglior regista
emergente, con Simone Perinelli e Aurora Mascheretti, regia di Roberto
Belli.
Cosa potrebbe accadere se Dio in persona, camuffato da operatore telefonico,
dovesse chiamarci per proporci una conveniente promozione volta a
non cambiare religione?
Questo è il pretesto che Simone Perinelli utilizza in ‘’Cambio
vita’’ per Parlare, più in generale, di situazioni
di vita comuni ad ognuno di noi.
“Cambio Vita” nasce con l’
intento di vedere rappresentato il lato umano di ciascun uomo, comunicare
con il divino.
Drammaturgicamente parlando la situazione è di certo paradossale:
un uomo non è libero di cambiare religione senza essere contattato
telefonicamente da un Dio (che all’interno del paradosso rappresenta
la compagnia telefonica da cui ci si stacca) che lo condanna ad ascoltare
offerte promozionali atte a far si che lui rimanga della stessa fede.
La scelta del tema è dovuta al fatto che questa storia, seppur
paradossale dà la possibilità al protagonista e, all’autore,
dialogando con Dio, di parlare di società, usi e costumi del
mondo di oggi e di attuare un “pellegrinaggio” teatrale
tra luce ed ombra sempre sul filo dell’umorismo.
Atto unico
brillante di Simone Perinelli:
E se, per scegliere
la religione a cui dedicarsi per il resto della sua vita, un uomo
mettesse a confronto le “offerte speciali” che le varie
dottrine propongono?
Alla perenne ricerca di un lavoro appassionante, di un amore vero
in cui credere e in una vita più lunga e appagante, il protagonista
Vincenzo dovrà barcamenarsi tra paradisiache segreterie telefoniche
e irripetibili offerte speciali che lo porteranno sull’orlo
di una crisi di nervi, fino a scoprire di essere vittima di uno “scherzo
ultraterreno” architettato da un unico Dio che di volta in volta
cambia nome in Budda, Allah, Manitù e molti altri.
Dietro il paradosso, si nasconde un’analisi semiseria del moderno
rapporto tra uomo e divinità e, ancor di più, dell’uso
spregiudicato di certi dettami religiosi.
Fino al vero e proprio colpo di scena finale che ribalta la situazione
e, nell’eterna lotta tra laicismo e clericalismo, mette l’uomo
al centro di ogni ragionamento sul libero arbitrio.
La maschera clownesca di Simone Perinelli ci racconta l’eterna
lotta tra il divino e il blasfemo che albergano in ciascuno di noi.
Sinossi:
Un uomo qualunque, nella stanza di casa
sua, decide di cambiare vita e di allontanarsi dalla religione cristiana
per praticare il buddismo. In una lettera indirizzata a Buddha, spiegherà
il motivo della sua scelta cioè il fatto di poter vivere sette
vite piuttosto che una.
Ma Dio è ovunque e si accorge subito dal piano escogitato da
Vincenzo che diventa vittima di uno “scherzo ultraterreno”.
Come nelle migliori compagnie telefoniche, quando un cliente decide
di cambiare gestore, viene contattato dalla sua compagnia telefonica
che gli propone offerte più vantaggiose. Così farà
Dio con Vincenzo sebbene l’ offerta non potrà certamente
essere fatta di telefonate e sms gratis, ma sarà attinente
ad ambiti più strettamente umani : un lavoro migliore e una
migliore qualità della vita, fino a proporgli una vita più
lunga.
Un vero e proprio paradosso nel quale Vincenzo dovrà destreggiarsi
bene . Ma se vogliamo, tutto un pretesto per mettere in scena un dialogo
con Dio che troverà nel suo culmine un vero e proprio colpo
di scena e un ribaltamento della situazione.
Note di
Regia: Simone Perinelli
Non è facile
in un tempo di fondamentalismi e di contrapposizioni profonde parlare
in modo leggero e addirittura umoristico del rapporto tra uomo e religioni
e del bisogno di assoluto di ciascuno di noi.
Ma in questo caso, ad emergere è la poetica di un protagonista
clownesco e cialtrone, dei suoi silenzi e delle sue nevrosi.
La drammaturgia “surreale” che si crea dall’incontro
tra un’anima sempliciotta ma ricca di spontanea umanità
e il suo antagonista divino, consente ed incoraggia un’analisi
sulla reale natura dell’uomo e sulla difficoltà di decifrare
alcuni misteri troppo profondi per essere spiegati e troppo distanti
per poter essere accettati acriticamente.
Il protagonista è uno di noi. Sbaglia, si confonde, spesso
tende a banalizzare tutto in un ambito quotidiano e superficiale.
Ma in lui c’è tutta la nostra fragilità e tutta
la nostra speranza in un assoluto che ci dia sazietà.
In lui un’umanità stanca vive faticosamente aspettando
che si realizzi un disegno annunciato e ancora non compiutamente realizzato.
Un atto unico brillante, che si consuma tra gag di stampo clownesco
e comicità di battuta, ma soprattutto molto giocato sul personaggio,
sui suoi silenzi, sulle sue espressioni. Vincenzo con una ricca dose
di ironia, e di auto ironia, sdrammatizza e stempera quest’atmosfera
solenne di un incontro, se pur telefonico, con Dio.
I dialoghi “surreali” nascono dall’ incontro di
un’entità ultraterrena e una molto semplice nella sua
spontanea umanità, e si alternano a momenti drammatici dove
vengono messi in scena alcuni dubbi che sono insiti nella natura dell’uomo
e nella difficoltà di decifrare alcuni misteri che non sono
stati mai spiegati. Una forte tensione nasce dal contrasto di argomenti
grandi, che escono da una bocca “qualunque”, sfociando
spesso in un sorriso nel momento in cui tutto si “rilascia”
e anche in una situazione decisiva, ci accorgiamo che il protagonista
è “uno di noi”. Vincenzo sbaglia, non capisce,
e porta tutto in un ambito più quotidiano. Il suo modo di fare
la dice lunga sulla sua intelligenza e alla fine si mostrerà
all’altezza di questo incontro “telepatico”, tanto
da proferire persino pillole di filosofia su come “andrebbe”
vissuta la vita.