DAL 17 AL 21 FEBBRAIO | Teatro Tordinona - Roma

SIMONE PERINELLI in

“CAMBIO VITA ”

Con Aurora Mascheretti e Simone Perinelli
Regia: Roberto Belli | Aiuto regia: Daniele Fabbri
Disegni: Stefano Risso | Scena e fonica: Massimo Provinciali

Dal 17 al 21 febbraio al teatro Tordinona: ‘’Cambio vita’’ il nuovo e brillante spettacolo di Simone Perinelli, già vincitore di ‘’Schegge d’Autore’’ come miglior attore e miglior regista emergente, con Simone Perinelli e Aurora Mascheretti, regia di Roberto Belli.
Cosa potrebbe accadere se Dio in persona, camuffato da operatore telefonico, dovesse chiamarci per proporci una conveniente promozione volta a non cambiare religione?
Questo è il pretesto che Simone Perinelli utilizza in ‘’Cambio vita’’ per Parlare, più in generale, di situazioni di vita comuni ad ognuno di noi.

“Cambio Vita” nasce con l’ intento di vedere rappresentato il lato umano di ciascun uomo, comunicare con il divino.
Drammaturgicamente parlando la situazione è di certo paradossale: un uomo non è libero di cambiare religione senza essere contattato telefonicamente da un Dio (che all’interno del paradosso rappresenta la compagnia telefonica da cui ci si stacca) che lo condanna ad ascoltare offerte promozionali atte a far si che lui rimanga della stessa fede.
La scelta del tema è dovuta al fatto che questa storia, seppur paradossale dà la possibilità al protagonista e, all’autore, dialogando con Dio, di parlare di società, usi e costumi del mondo di oggi e di attuare un “pellegrinaggio” teatrale tra luce ed ombra sempre sul filo dell’umorismo.

Atto unico brillante di Simone Perinelli:

E se, per scegliere la religione a cui dedicarsi per il resto della sua vita, un uomo mettesse a confronto le “offerte speciali” che le varie dottrine propongono?
Alla perenne ricerca di un lavoro appassionante, di un amore vero in cui credere e in una vita più lunga e appagante, il protagonista Vincenzo dovrà barcamenarsi tra paradisiache segreterie telefoniche e irripetibili offerte speciali che lo porteranno sull’orlo di una crisi di nervi, fino a scoprire di essere vittima di uno “scherzo ultraterreno” architettato da un unico Dio che di volta in volta cambia nome in Budda, Allah, Manitù e molti altri.
Dietro il paradosso, si nasconde un’analisi semiseria del moderno rapporto tra uomo e divinità e, ancor di più, dell’uso spregiudicato di certi dettami religiosi.
Fino al vero e proprio colpo di scena finale che ribalta la situazione e, nell’eterna lotta tra laicismo e clericalismo, mette l’uomo al centro di ogni ragionamento sul libero arbitrio.
La maschera clownesca di Simone Perinelli ci racconta l’eterna lotta tra il divino e il blasfemo che albergano in ciascuno di noi.

Sinossi:

Un uomo qualunque, nella stanza di casa sua, decide di cambiare vita e di allontanarsi dalla religione cristiana per praticare il buddismo. In una lettera indirizzata a Buddha, spiegherà il motivo della sua scelta cioè il fatto di poter vivere sette vite piuttosto che una.
Ma Dio è ovunque e si accorge subito dal piano escogitato da Vincenzo che diventa vittima di uno “scherzo ultraterreno”. Come nelle migliori compagnie telefoniche, quando un cliente decide di cambiare gestore, viene contattato dalla sua compagnia telefonica che gli propone offerte più vantaggiose. Così farà Dio con Vincenzo sebbene l’ offerta non potrà certamente essere fatta di telefonate e sms gratis, ma sarà attinente ad ambiti più strettamente umani : un lavoro migliore e una migliore qualità della vita, fino a proporgli una vita più lunga.
Un vero e proprio paradosso nel quale Vincenzo dovrà destreggiarsi bene . Ma se vogliamo, tutto un pretesto per mettere in scena un dialogo con Dio che troverà nel suo culmine un vero e proprio colpo di scena e un ribaltamento della situazione.

Note di Regia: Simone Perinelli

Non è facile in un tempo di fondamentalismi e di contrapposizioni profonde parlare in modo leggero e addirittura umoristico del rapporto tra uomo e religioni e del bisogno di assoluto di ciascuno di noi.
Ma in questo caso, ad emergere è la poetica di un protagonista clownesco e cialtrone, dei suoi silenzi e delle sue nevrosi.
La drammaturgia “surreale” che si crea dall’incontro tra un’anima sempliciotta ma ricca di spontanea umanità e il suo antagonista divino, consente ed incoraggia un’analisi sulla reale natura dell’uomo e sulla difficoltà di decifrare alcuni misteri troppo profondi per essere spiegati e troppo distanti per poter essere accettati acriticamente.
Il protagonista è uno di noi. Sbaglia, si confonde, spesso tende a banalizzare tutto in un ambito quotidiano e superficiale. Ma in lui c’è tutta la nostra fragilità e tutta la nostra speranza in un assoluto che ci dia sazietà.
In lui un’umanità stanca vive faticosamente aspettando che si realizzi un disegno annunciato e ancora non compiutamente realizzato. Un atto unico brillante, che si consuma tra gag di stampo clownesco e comicità di battuta, ma soprattutto molto giocato sul personaggio, sui suoi silenzi, sulle sue espressioni. Vincenzo con una ricca dose di ironia, e di auto ironia, sdrammatizza e stempera quest’atmosfera solenne di un incontro, se pur telefonico, con Dio.
I dialoghi “surreali” nascono dall’ incontro di un’entità ultraterrena e una molto semplice nella sua spontanea umanità, e si alternano a momenti drammatici dove vengono messi in scena alcuni dubbi che sono insiti nella natura dell’uomo e nella difficoltà di decifrare alcuni misteri che non sono stati mai spiegati. Una forte tensione nasce dal contrasto di argomenti grandi, che escono da una bocca “qualunque”, sfociando spesso in un sorriso nel momento in cui tutto si “rilascia” e anche in una situazione decisiva, ci accorgiamo che il protagonista è “uno di noi”. Vincenzo sbaglia, non capisce, e porta tutto in un ambito più quotidiano. Il suo modo di fare la dice lunga sulla sua intelligenza e alla fine si mostrerà all’altezza di questo incontro “telepatico”, tanto da proferire persino pillole di filosofia su come “andrebbe” vissuta la vita.