Quando
è nata l’idea di questo musical?
Ero con Saverio due anni fa e abbiamo cominciato a pensare
quale sarebbe stato il ruolo adatto a me per un altro musical.
È stato lui a proporre Cabaret
e non ho potuto fare altro che accettare. È una sfida.
Amo poter rivivere il momento della leggerezza tipica del
teatro. Mi ha fatto tornare indietro nel tempo a quando 23enne
facevo “Zelig” e respiravo quell’aria piena
di coesione, sudore, affiatamento, fatica e voglia di creare
qualcosa di bello. La paura non manca, comunque!
Descriva
il suo personaggio.
Sally è una ragazza di soli diciannove anni che si
finge più grande della sua età. Per poter avvicinare
i clienti, non ha altra carta che quella del sesso, mischiata
ad una notevole dose di sfrontatezza. E proprio per il suo
enorme qualunquismo, alla fine si ritrova ad essere una sconfitta.
Rispetto
allo spettacolo di Milano, ci sono delle modifiche?
La scena è leggermente diversa: non potevamo togliere
le prime file, per inserire i tavolini del bar Kit Kat Klub.
E soprattutto posso annunciare che la canzone iniziale dello
spettacolo è stata tradotta in italiano. In fondo tutti
i musical che vengono portati in giro nel mondo sono tradotti
nella lingua del Paese che li ospita, quindi era giusto farlo
anche qui. E poi si dà maggior rilievo al tema della
comunicazione: Sally diventa più comprensibile.
Si è
sentita in difficoltà interpretando il ruolo che fu
di Liza Minnelli?
È stata una prova importante, tosta, ma ho capito che
il personaggio mi corrispondeva. Interpreto le emozioni di
una donna diversa da me e nel contempo intrattengo il pubblico
cantando. Certo, quando torno a casa è dura togliersi
di dosso il dolore che vivo in scena. Alla fine Sally decide
di abortire. È la paura di affrontare la vita che la
spinge a questa scelta, a rinunciare alla vita. Io, al contrario,
alla sua età sono diventata madre: c’è
uno scarto psicologico molto forte.
Ha avuto
qualche tentennamento nell’accettare?
Avevo timore che una parte del pubblico che mi segue, quello
composto da bambini e da donne non accettasse o condividesse
il mio cambiamento in scena. Per fortuna Sally non dà
fastidio a nessuno, le si perdona la sua superficialità.
Tra teatro,
cinema e televisione cosa preferisce?
La tv è il mio pane quotidiano, ma comincio
a
capire chi dice di avere il mal di teatro. Si diventa dipendenti
dall’applauso del pubblico, dalla consapevolezza di
venire scelta ogni sera. Sul cinema è il caso di aspettare
che arrivi la proposta giusta. Ero molto giovane quando ho
recitato con Alberto Tomba in “Alex l’ariete”.
Vorrei tornare con un film valido, solo quando avrò
una proposta giusta.